Una domanda a EFSA: a quando le cure termali per i polli?

Chi è l’EFSA?

“È un’agenzia dell’Unione europea istituita nel 2002 con il compito di fungere da fonte imparziale di consulenze scientifiche per i gestori del rischio e di svolgere attività di comunicazione sui rischi associati alla filiera alimentare. Collabora con le parti interessate per promuovere la coerenza della consulenza scientifica dell’UE. Fornisce le basi scientifiche per disposizioni legislative e regolamentari al fine di tutelare i consumatori europei dai rischi correlati agli alimenti, dal produttore al consumatore”.

EFSA ha prodotto due corposi documenti:

https://www.efsa.europa.eu/it/efsajournal/pub/7788?etrans=it

https://www.efsa.europa.eu/it/efsajournal/pub/7789?etrans=it

commissionategli dall’UE che riguardano la gestione degli allevamenti avicoli e degli animali che vi sono custoditi. Nel caso specifico broiler e ovaiole. Una richiesta comprensibile da parte della UE (che è un luogo di rappresentanza politica) visti gli umori che circolano intorno a questo ambito dove ogni campana suona una nota diversa.

Le risposte di EFSA sono soluzioni che generano problemi

Questi documenti li abbiamo letti e, pur rispettando il lavoro delle persone che li hanno generati, riteniamo necessario sottoporre al pubblico alcune riflessioni sulle deduzioni scientifiche contenute in quelli che potrebbero addirittura diventare dei regolamenti da applicare a livello europeo. La nostra funzione è infatti quella di un osservatore terzo che per vocazione cerca di rendere comprensibili a tutti questioni che altrimenti resterebbero terreno di strumentalizzazione e di valutazioni solo di pancia.

Prima delle riflessioni sono necessarie due domanda di premessa:

  • EFSA e i suoi componenti (persone titolate in senso accademico) hanno mai provato a costruire, gestire e sviluppare la complessità di un allevamento?
  • A costo di sembrare cinici, chi si impegna nel definire il benessere animale tiene conto del fatto -non certo marginale- che ogni animale allevato per il nutrimento umano non esisterebbe se non avessimo scelto di cibarcene e che le sempre maggiori condizioni di benessere che gli vengono comunque riservate non gli evitano la macellazione?

Torniamo alle riflessioni sui due documenti e le elenchiamo:

  1. Confrontando le istanze degli attivisti animalisti con le considerazioni dell’EFSA appare evidente una particolare sovrapponibilità. Può essere indice della capacità degli attivisti di influenzare gli accademici quale che sia la ragione delle loro istanze?
  2. Dieci anni fa EFSA aveva già emesso alcune stringenti indicazioni cui il comparto avicolo si è adeguato condividendole, nonostante questo abbia comportato ingenti investimenti ancora in corso di recupero dati i margini ridotti tipici dell’impresa avicola. Oggi quei limiti e quelle indicazioni sembrano non essere in grado di soddisfare le esigenze di chi allora riteneva fossero invece le migliori. Perché?
  3. EFSA e i suoi componenti sono adeguatamente aggiornati sul costante miglioramento della genetica e degli investimenti che il comparto produttivo fa autonomamente e a priori anche senza stimoli esterni, consapevole com’è che ogni punto di maggior benessere animale corrisponde anche ad una migliore resa economica?
  4. EFSA è consapevole che, mentre alcune loro indicazioni possono diventare buoni suggerimenti e alimentare un maggior dialogo (oggi carente) fra chi dice e chi fa, molte altre, se messe in pratica produrrebbero di fatto una drastica diminuzione di fonti alimentari per l’uomo? Quella di ridurre da 30 a 11kg/mq la densità in allevamento, per esempio, provocherebbe:
    – una riduzione del 70% di produzione,
    la chiusura di centinaia di piccole imprese impossibilitate a competere nel sostenere gli investimenti richiesti, l’aggravio di costi e la diminuzione di ricavi,
    l’incremento di 3-4 volte il prezzo della carne al pubblico…
  5. Non vengono indicate né le alternative economiche né quelle necessarie a sostituire la carenza di cibo cui andrebbe incontro l’Europa seguendo le indicazioni di questi documenti. EFSA, pur non essendogli richiesto espressamente dall’incarico, ha considerato come intervenire per sostenere adeguatamente le carenze prodotte dalle loro indicazioni? Quali soluzioni si dovrebbero adottare, ad esempio, per compensare la minore capacità di spesa dei meno abbienti e la necessità di accedere a nutrienti di analoga qualità della carne di pollo e delle uova?
  6. EFSA, pur non essendogli richiesto espressamente dall’incarico, ha considerato che la soluzione più veloce che il mercato adotterà sarà quello di ricorrere alle importazioni da quei Paesi che non solo non sono sottoposti a queste norme, ma che non sono neppure mai stati in linea con la cura del benessere animale e della sicurezza alimentare europea?

 

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Autore: Staff