I temi che riguardano il benessere animale nel settore avicolo sono numerosi e altrettanto numerose sono le critiche fatte agli allevamenti intensivi/protetti. Fra queste critiche troviamo anche il cosiddetto “taglio del becco” dei pulcini, pratica collegata a quelli destinati a diventare galline.
Questa procedura viene dai più considerata un maltrattamento, soprattutto perché il termine evoca qualcosa di violento e spinge ad immaginare situazioni che, soprattutto oggi, sono lontane da quanto avviene in realtà. Si tratta infatti di un sistema di prevenzione dei danni che questi animali procurano ai propri simili quando si trovano a condividere uno spazio. Si tratta di un comportamento naturale che in un allevamento rappresenta però un fattore che tende ad abbassare i criteri di benessere animale, incidendo sia sulla salute dell’animale che sul contributo economico che l’animale dà a chi lo alleva.
Questa operazione, per come viene svolta oggi, è quindi più opportuno definirla “trattamento del becco”.
L’operazione riguarda esclusivamente, lo ripetiamo, le galline allevate per produrre uova, e viene eseguita entro i 10 giorni di età. La parte del becco dei pulcini vicina all’estremità è infatti a forma di uncino appuntito che serve per consentire alla gallina di spennare, selezionare le particelle di cibo e penetrare più facilmente nel terreno.
Negli allevamenti, il cibo è però costantemente a disposizione degli animali per cui la riduzione del becco viene fatta solo per evitare lo spennamento, che le ovaiole praticano fra di loro per una questione di ruolo. Altro motivo è evitare i casi di cannibalismo, che le galline istintivamente tendono a fare verso le uova.
Anni fa il becco veniva spuntato con una lama calda, ed essendo un’operazione eseguita manualmente da una persona, il taglio poteva essere poco preciso.
Ma stiamo parlando di un ambito, quello dell’allevamento avicolo, che evolve costantemente con l’obiettivo di offrire sempre maggior benessere agli animali di cui si occupa, per il semplice motivo mai troppo sottolineato, che più si riesce ad aumentare anche il più piccolo segnale di potenziale maggior benessere e più l’animale restituisce queste attenzioni sotto forma di salute e quindi anche commerciali e di benessere alimentare per i consumatori.
Oggi infatti, per eliminare il rischio di ferire involontariamente i pulcini, il trattamento di riduzione viene eseguito da robot progettati ad hoc per evitare traumi ai pulcini e per prevedere un intervento umano minimo. Alcuni di questi robot, misurano automaticamente le dimensioni del becco e del pulcino e provvedono in una frazione di secondo a illuminare con gli infrarossi solo l’area finale del becco. La parte esposta all’infrarosso, dopo un paio di settimane si secca e cade, lasciando il becco arrotondato, ben chiuso, senza estremità appuntite e senza rischi di contrarre infezioni. In questo modo negli allevamenti diminuiscono drasticamente i ferimenti che sono fra le principali cause di infezione.
Queste attenzioni, necessarie anche se criticate dai detrattori, consentono quindi un maggior benessere e una minor mortalità grazie al fatto che, pur restando una certa normale competizione fra gli animali, diminuiscono drasticamente i ferimenti.
Questi accorgimenti, pur avendo costi molti elevati che incidono sui già ridotti margini del comparto, aumentano il benessere animale e ormai vengono utilizzati in un numero di allevamenti crescente per via sia degli effetti benefici sugli animali, sia per la resa economica che ne deriva per gli allevatori.
Di seguito una sintesi illustrata delle nuove procedure e dei risultati: