Quante persone evitano i prodotti avicoli a causa delle false informazioni diffuse dagli attivisti delle organizzazioni anti-allevamenti?
È difficile quantificare con precisione quante persone in Italia o nel mondo potrebbero mangiare pollo e uova, ma scelgono di non farlo a causa delle preoccupazioni sugli allevamenti intensivi.
Non esistono sondaggi specifici che misurino esattamente questa motivazione.
Tuttavia, possiamo fare alcune considerazioni basate su tendenze e dati disponibili:
Ecco alcune indicazioni che suggeriscono siano un numero significativo le persone che non si avvicinano alle carni avicole o che se ne allontanano per via delle fake:
Negli ultimi anni, c’è stata una crescente attenzione da parte dei consumatori verso il benessere degli animali negli allevamenti. Documentari, inchieste giornalistiche e campagne di sensibilizzazione hanno mostrato condizioni critiche degli allevamenti intensivi senza che ci fosse un riscontro di risposta da parte del settore, facendo quindi pensare ai consumatori che ciò che si è visto in foto e filmati fosse vero in assoluto.
Molte persone sono preoccupate per l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi (inquinamento, consumo di risorse) e per le questioni etiche legate al trattamento degli animali che il settore avicolo non si preoccupa di raccontare quanto sia invece un suo impegno occuparsi del benessere animale tuttavia destinato alla nostra alimentazione.
Il mercato dei sostituti vegetali della carne e delle uova è in forte crescita, il che suggerisce che un numero sempre maggiore di persone stia cercando alternative ai prodotti di origine animale, spesso per motivi etici e di sostenibilità. Alcune aziende avicole si stanno dedicando a produrre anche prodotti derivati dalle proteine vegetali per cercare di disporre di una platea di consumatori più ampia, senza per questo costruire una loro propria narrazione che contrasti adeguatamente le fake sul settore avicolo.
Diversi sondaggi a livello europeo e globale mostrano che una parte significativa della popolazione è preoccupata per il benessere degli animali negli allevamenti e sarebbe disposta a pagare di più per prodotti provenienti da sistemi di allevamento più rispettosi. Questo però non risolve ciò che potrebbe fare una corretta narrazione, al punto che i consumatori comunque davanti agli scaffali, quando scelgono prodotti avicoli, scelgono il prodotto più economico che corrisponde sempre al pollo convenzionale e frutto di selezione dedicata a fornire polli geneticamente predisposti a crescere più di altri, più in fretta consumando meno risorse.
Si osserva una crescente domanda e disponibilità di uova da galline allevate a terra, all’aperto o biologiche e di carne di pollo proveniente da allevamenti meno intensivi. Questo indica che una parte dei consumatori è disposta a scegliere e a volte a pagare di più per prodotti percepiti come più etici. Tuttavia in questo modo si offre una pseudo-risposta solo per categorie di consumatori più abbienti che sono però una piccola percentuale del totale. I prodotti di nicchia sono cioè disponibili se richiesti, ma si tratta comunque di animali che vengono macellati solo pochi giorni dopo. Il consumatore e i produttori di fake non sono però a conoscenza di cosa comporta allevare questi genotipi.
https://nutriamocidibuonsenso.it/feno-o-geno/
Ecco alcune motivazioni per cui è difficoltosa la quantificazione di chi evita, o si allontana, dalla carne di pollo:
Le scelte alimentari sono spesso influenzate da una combinazione di fattori, tra cui il gusto, il prezzo, la salute, le abitudini e le convinzioni etiche. È difficile isolare la sola preoccupazione per gli allevamenti intensivi come motivo principale per evitare pollo e uova e anche fosse possibile isolarla necessita di approfondimenti che il consumatore fa fatica a trovare.
La sensibilità verso il benessere animale e la conoscenza degli allevamenti intensivi possono variare significativamente tra diverse regioni e culture. Formare e informare culture diverse è sempre più difficile che alimentare sentimenti di paura e repulsione tipiche invece di chi divulga fake.
Come già accennato, non ci sono sondaggi dedicati a misurare specificatamente il numero di persone che evitano pollo e uova solo a causa delle preoccupazioni sugli allevamenti intensivi.
Sebbene quindi non sia possibile fornire una cifra esatta, è ragionevole ritenere che un numero significativo di persone in Italia e in altri paesi scelga di limitare o evitare il consumo di pollo e uova a causa delle preoccupazioni legate agli allevamenti intensivi.
La crescente consapevolezza, le preoccupazioni etiche ed ambientali e la disponibilità di alternative vegetali e da allevamenti alternativi supportano questa ipotesi anche se la reale portata di questo fenomeno è difficile da quantificare con precisione senza studi specifici.
Perché il comparto avicolo appare silente rispetto alle accuse che riceve?