Fra le critiche che il settore degli allevamenti avicoli riceve, negli ultimi tempi si sono aggiunte quelle sulle “ustioni alle zampe” o “lesioni podali”.
Con questo nostro articolo di approfondimento crediamo di fare cosa utile sia ai consumatori che a chi solleva queste critiche senza evidentemente essere sufficientemente informato.
Questo link https://ilfattoalimentare.it/polli-zampe-ustionate-naturasi-altre-catene.html porta ad uno fra gli articoli che hanno ispirato il nostro approfondimento che abbiamo ritenuto necessario per compensare la disinformazione che potrebbe generare un certo modo di arrivare a conclusioni.
I contenuti di quell’articolo, come quelli di molti altri diffusi costantemente da più associazioni anti-allevamenti, rischiano infatti di mettere in cattiva luce non solo l’intera avicoltura italiana, ma anche i controlli che il Sistema Sanitario Nazionale effettua su di essa, gettando discredito su due settori nei quali possiamo invece vantare un’eccellenza a livello mondiale.
il benessere animale negli allevamenti intensivi ed estensivi è regolamentato da precise leggi europee, alla stesura delle quali hanno tra l’altro contribuito più di venti Associazioni e Portatori di Interesse che hanno a cuore il benessere degli animali e la tutela dell’ambiente, tra le quali troviamo proprio Animal Welfare Foundation, Compassion in World Farming EU, Eurogroup for Animals, European Vegetarian Union, Four Paws International e altre.
Tali leggi sono state recepite nella legislazione nazionale e la loro applicazione viene regolarmente controllata da funzionari dello Stato in tutto il territorio italiano.
Evidentemente le frange estremiste dell’universo animalista sono quelle che ideologicamente ispirano gli autori dei vari articoli di critica al comparto dimostrando tuttavia di misconoscere, disconoscere, travisare, fraintendere, … quanto viene deciso e approvato dai vertici delle loro stesse Associazioni.
Nel contesto legislativo di cui ci stiamo occupando l’ispezione sulle lesioni podali dei polli è prevista e viene effettuata dai veterinari delle ASL sulle partite avviate al macello, in quanto è uno dei principali parametri per valutare il benessere dei polli allevati.
L’ispezione si effettua per mezzo di un preciso calcolo sulla tipologia delle lesioni (dalla semplice depigmentazione alla presenza di lesioni crostose) e sulla loro frequenza. In questo modo è possibile emettere un giudizio oggettivo sulla qualità della lettiera in ogni allevamento italiano, basato su numeri statisticamente significativi.
L’articolo di cui abbiamo riportato il link riporta che “il 60% dei polli negli allevamenti intensivi ha gravi e gravissime ustioni alle zampe”.
Se le cose stessero davvero così, dovremmo dedurre che la maggior parte dei Veterinari Ispettori non compie il proprio dovere, poiché le sanzioni che annualmente vengono comminate per questo problema sono pochissime.
Pertanto, le Autorità Sanitarie in tutta Italia avrebbero volutamente nascosto i dati sulle lesioni podali di un elevatissimo numero di animali (per l’esattezza 300 milioni, che corrisponderebbero al 60% dei 500 milioni di polli annualmente allevati in Italia), omettendo di comminare le relative sanzioni, essendo quindi complici di un sistema allevatoriale che, in modo illegale, avrebbe sistematicamente violato le leggi e maltrattato gli animali per anni.
Appare quindi evidente che articoli come quello che abbiamo preso d’esempio tendono a osservare la realtà con una visione distorta, come tipicamente accade nei contesti dove prevalgono considerazioni ideologiche.
I casi di violazione, quando ci sono, sono infatti molto ridotti. Perché? Perché le leggi sul benessere sono state concepite per normare e incentivare un circolo virtuoso che già era presente in avicoltura. Da sempre gli allevatori sono ricompensati solo dai propri comportamenti virtuosi … cioè solo se rispettano il benessere degli animali, poiché la produttività e la resa degli animali sono superiori se vengono allevati in condizioni di elevato benessere.
Nell’articolo citato troverete riferimenti a “polli sofferenti e zoppi”, “soda caustica nella lettiera”, “esistenza in condizioni disastrose”, “urina dei polli” … evidenti esagerazioni, quando non anche falsità o affermazioni senza corrispondenze scientifiche. Una per tutte la si evince considerando che i polli non emettono urina … cosa c’entra quindi la soda caustica? I polli non emettono soda caustica e quindi non ce n’è nella lettiera. Controbattere affermazioni come quelle elencate non merita troppe attenzioni.
Vale invece la pena ricordare e sottolineare altri aspetti: le carni avicole sono una delle fonti proteiche più economiche e sostenibili al mondo, con un’altissima qualità biologica, ben superiore a quella delle proteine vegetali.
La FAO le considera una delle migliori fonti alimentari per nutrire il pianeta nei prossimi decenni.
La sostenibilità delle produzioni avicole è soprattutto basata sul favorevolissimo indice di conversione delle materie prime utilizzate. È ormai assodato che con le razze a rapida crescita si riesce con regolarità a produrre un chilo di carne utilizzando solamente un chilo e mezzo di materie prime, minimizzando così l’utilizzo di suolo e riducendo di conseguenza l’impatto ambientale.
Si può facilmente intuire che questi importantissimi e, per certi aspetti, quasi incredibili risultati, non si potrebbero ottenere se i polli in allevamento fossero maltrattati, sofferenti o addirittura zoppi, come ipotizzato dall’articolo citato e da molti altri che troverete sul web e nei documentari degli attivisti.
Un’ulteriore forzatura, che citiamo per ultima, è la contrapposizione tra i polli allevati in allevamenti intensivi e in quelli biologici/estensivi.
Non è sostenibile e neppure verosimile che i problemi sanitari, gestionali e tutti i casi di maltrattamento che gli attivisti “denunciano” si riscontrino esclusivamente negli allevamenti intensivi mentre negli allevamenti biologici pare sottintendere si riscontrino solo aspetti positivi.
In realtà entrambi i sistemi di allevamento, intensivo ed estensivo, sono apprezzabili, pregevoli e soprattutto complementari. Gli allevamenti intensivi sono più sostenibili, il loro prodotto ha prezzi più accessibili, si adatta a soddisfare le necessità delle fasce sociali meno abbienti e si candida ad essere uno degli alimenti che contribuirà a risolvere i problemi della fame nel mondo nei prossimi decenni.
Gli allevamenti estensivi, sono meno sostenibili a livello ambientale e producono carni il cui prezzo finale è accessibile solo a fasce sociali più abbienti. Per contro gli animali allevati “in libertà” non consentono il controllo di una corretta alimentazione, sono soggetti agli aventi climatici (caldo o freddo) e possono ammalarsi a causa dei parassiti e/o rimanere vittime di altri animali cacciatori.
deve essere chiaro che gli allevatori svolgono uno dei ruoli più importanti nella sicurezza alimentare proteggendo i polli da malattie, predatori e parassiti. In un allevamento, per esempio, ogni persona che entra è tenuta a indossare tute di biosicurezza e dispositivi di protezione individuale per assicurarsi che nessun batterio o altro materiale estraneo entri nel pollaio.
Le attenzioni non sono solo durante l’allevamento, ma anche preventive. Prima che venga introdotto un nuovo gruppo di pulcini nell’allevamento, infatti, gli allevatori svolgono un’intensa attività di pulizia e prevenzione.
Prendersi cura dei polli è diventato ormai un prerequisito e ogni allevatore ha accesso a manuali e aggiornamenti che consentono costantemente di garantire il benessere nei propri allevamenti. Si tratta di linee guida sul benessere dei polli da carne e delle ovaiole, che forniscono raccomandazioni scientifiche aggiornate periodicamente per un trattamento adeguato in ogni fase della vita dell’animale affinché cresca sano e forte.
I consumatori oggi vogliono ovviamente essere sicuri che tutti gli animali allevati per l’alimentazione siano trattati con rispetto e siano adeguatamente curati durante la loro vita.
Le persone, le famiglie e le aziende coinvolte nell’allevamento di polli da carne ne sono assolutamente consapevoli e condividono la preoccupazione del pubblico e sentono l’obbligo etico di assicurarsi che gli animali nei propri allevamenti siano ben curati. Questo impegno deriva dalla consapevolezza ben presente nel settore che per il cibo destinato alle persone sono necessari polli sani e di alta qualità per i quali un trattamento adeguato non solo è un obbligo etico, ma assume anche un ovvio senso commerciale. Il benessere animale si trasforma anche in benessere sanitario e commerciale per il mondo che si nutre di polli e uova.