AI primi del ‘900, poter gustare un pollo allevato per la carne era una rarità, soprattutto in America che oggi è invece il primo produttore di polli da carne.
In quegli anni mangiare un pollo da carne costava circa 0,50 dollari al chilo, che corrispondono a circa 22 dollari al chilo di oggi. Gli americani delle campagne mangiavano il pollo solo quando una vecchia gallina smetteva di deporre le uova, che però risultava aver un sapore piuttosto secco e duro.
Come ha fatto quindi l’industria americana del pollo a svilupparsi come la conosciamo oggi?
La protagonista di questa storia è Cecile Long Steele del Delaware, cui si attribuisce essere stata, nel 1923, la pioniera dell’industria del pollame!
Pare sia tutto legato ad un errore di consegna.
La Steele ricevette infatti una spedizione accidentale di 500 pulcini per la produzione di uova invece di 50.
Lei elaborò velocemente quel fatto e pensò di costruire un alloggio supplementare per allevare i pulcini in eccesso decidendo di venderli però per la carne … a 0,62 dollari al chilo.
I vicini di Steele colsero quel fatto come esempio da imitare e iniziarono anche loro ad allevare polli.
L’anno successivo la produzione di Steele salì a 1.000 pulcini e nel 1925 nel solo Delaware i polli allevati per la carne diventarono 10 milioni!
L’ulteriore sviluppo degli allevamenti di polli da carne trovò poi le condizioni ottimali per il suo fiorire perché gli anni 20 furono protagonisti di una fiorente economia, insieme ai progressi della refrigerazione, dei trasporti e dei supermercati che contribuirono notevolmente alla popolarità del pollo in America.
L’interessante storia la trovate a questo link: