Chi volesse indagare cosa trascura il settore degli allevamenti avicoli intensivi avrebbe una delusione.
Tuttavia va detto che qualcosa di trascurato nel settore avicolo c’è … ed è la comunicazione sul proprio operato, quella da rivolgere al consumatore che, più che trascurata, è assente.
È un dato di fatto, altrimenti per quale motivo un grande numero di persone, forse anche tu che leggi, crede ancora che gli allevamenti avicoli industriali siano luoghi dove si consumano atrocità nei confronti dei polli e dove i polli vengono riempiti di ormoni e antibiotici?
Giusto per fare due esempi, facendo ricorso a relazioni distribuite sul territorio nazionale italiano, ho dato personalmente il via ad una piccola ricerca “sul campo” da cui risulta che:
Anche solo questi due esempi rappresentano plasticamente come un’informazione sbagliata possa espandersi senza controllo in virtù del fatto che persone quotidianamente a contatto con un pubblico lo influenzano (e questo pubblico assorbe e amplifica a sua volta ciò che sente, ritenendo che chi glielo riferisce abbia una qualche autorevolezza data solo dalla posizione che ricopre), pur senza aver alcuna reale competenza sul tema.
Perché sono molte le persone (forse anche tu che leggi) che anziché dal comparto avicolo professionale, sono più spesso raggiunte da dichiarazioni e allarmi di ambientalisti e animalisti che trasmettono “suggestioni” che informazioni non sono, facendolo in modo purtroppo efficacemente deformato e strumentale.
Il consumatore, effettivo o potenziale, riceve costantemente allarmi e dichiarazioni abilmente manipolate e in grado di depotenziare qualunque artificio creativo, campagne pubblicitarie o strategie commerciali messe in campo dagli operatori del settore avicolo che purtroppo dimostrano interesse “a vendere il loro prodotto” senza preoccuparsi di considerare che proprio il loro prodotto è costantemente oggetto di critiche articolate che comunque incidono anche sulle loro vendite. Perché forse non gli è chiaro a sufficienza che il datore di lavoro del comparto è in realtà il consumatore.
In un contesto così carico di allarmismi, è quindi un grave errore destinare risorse per “per vendere solo la parte finale del lavoro (polli e uova)” di una filiera che è invece molto più articolata e attenta di come sia capace di descrivere uno spot di 30 secondi pensato da creativi “ignari” di come funziona il settore.
Il comportamento silenzioso del comparto avicolo descrive una grave miopia, soprattutto perché le persone che si recano al supermercato sono le medesime raggiunte dalle efficaci, pur se irresponsabili e manipolate, campagne di demonizzazione dei detrattori del comparto.
Perché sono una persona che si occupa professionalmente di comunicazione.
Esercito lo spirito critico di cui siamo tutti dotati.
Come tutti sono raggiunto dalle dichiarazioni allarmistiche riguardanti un settore cui io stesso mi rivolgo per la mia alimentazione. E quindi voglio sapere se c’è chi mi prende in giro e chi è, dove sta, perché lo fa, …
E ho deciso di andare in profondità. È stato faticoso e snervante riuscire a raccogliere informazioni attendibili, comprensibili e di una qualche serietà e profondità, perché le informazioni che ci sono, sono in luoghi che pochi conoscono e non sono oggetto di divulgazione sistematica. Sono comunque informazioni troppo tecniche e soprattutto non pensate per comunicare con il pubblico consumatore.
La fatica di trovare fonti capaci di chiarire i punti critici denunciati da certe associazioni, mi ha tuttavia consentito di capire molti dei motivi per cui le affermazioni di quelle organizzazioni stiano prendendo sempre più piede.
Intanto è stato un sollievo scoprire che la filiera avicola moderna è totalmente diversa rispetto a quanto descritto dai suoi detrattori. È infatti quasi maniacalmente attenta e responsabile, al punto che viene da chiedersi perché la filiera stessa non si dia da fare coralmente per mostrare di sé quello che è in realtà: attenta e mai sazia di dar luogo a miglioramenti in termini di benessere animale.
Difficile trovare una risposta razionale se non la constatazione che il sistema, storicamente, non ama parlare di sé in senso informativo lasciando spazio alle fantasie più strane.
Evitare di comunicare e/o rispondere alle critiche ha lasciato per anni campo libero a coloro che, in relativamente poco tempo, hanno costruito castelli di inesattezze strumentali veicolandoli con e su mezzi efficaci …
Le aziende della filiera avicola sono ancora fossilizzate nella costante produzione di spot oggettivamente banali e siti che non approfondiscono gli argomenti che invece farebbero cambiare opinione a coloro che oggi (e sono tanti) vedono “come il demonio” gli allevatori di polli.
Le eccezioni negative ci sono, ma sono appunto eccezioni che non appartengono alle filiere ufficiali, e sono -forse per questo- quelle prese di mira dalle associazioni di attivisti che ne parlano facendole apparire la norma, suggerendo in modo sottile che tutto il mondo avicolo sia come quei due o tre in cui riescono ad entrare “di notte con l’aiuto di complici di dubbia reputazione e malcelate intenzioni”.
Gli allevatori e chi li rappresenta, da qualche tempo fanno qualche timida iniziativa di comunicazione che suona però come tiepida risposta alle accuse ricevute, senza curare e sviluppare invece una sistematica narrazione, a prescindere dai detrattori.
E non è certo una soluzione quella di ricorrere al sostegno di personaggi più o meno noti, notoriamente abituati a dire qualunque cosa a pagamento e che, proprio per questa consolidata e risaputa abitudine a vendersi, aumenterebbero solo il sentimento di diffidenza.
Né tantomeno può risultare di una qualche reale utilità sorvolare e continuare a far diffondere ridondanti ricette per gustare polli e uova … di cui è ormai pieno ogni contenitore di programmi e relativi siti.
Serve invece autorevolezza, perché i moderni allevamenti avicoli, nella loro semplicità di fondo, sono fra i sistemi di cui il genere umano si avvale per disporre di un’alimentazione sana, di alto valore nutritivo, a basso costo e quindi accessibile. Per questo ho promosso per esempio un cambio di paradigma al settore
https://nutriamocidibuonsenso.it/nutrire-il-pianeta-un-nuovo-paradigma-per-il-settore-avicolo/
https://moreaboutchicken.com/feeding-the-planet-a-new-paradigm-for-the-poultry-sector/
Di fatto gli allevamenti intensivi (che meglio sarebbe chiamare protetti perché proteggono la salute degli animali) rappresentano un modello di riferimento, perché le attenzioni e la ricerca che si sviluppano al loro interno tutelano il benessere, la selezione e la cura dello sviluppo degli animali che contribuiscono, direttamente e indirettamente, ad alimentare una larga parte della popolazione mondiale.
La qualità del lavoro e della ricerca professionale in questo settore non sono degnamente rappresentati dalla comunicazione che dovrebbe accompagnarlo per illustrarne i percorsi e le finalità.
Oggi non basta più un bollino, o qualche ammiccante dichiarazione “BIO”, per diffondere una conoscenza capace di conquistare la fiducia delle persone su come funziona il settore avicolo.
Nei fatti l’operato del comparto è attraversato da una quantità di studi e attenzioni che, anche solo semplicemente illustrandoli con un linguaggio semplice, stupirebbero positivamente non solo il cliente finale della filiera, ma soprattutto i detrattori che, da anni, operano invece per creare ansia, disgusto e timori verso gli avicoltori.
Basterebbe leggere i lunghi elenchi di attenzioni e obblighi previsti dalle ASL per garantire preventivamente il benessere animale nel settore avicolo. Ma il comparto da molto tempo va ben oltre queste indicazioni e, di sua iniziativa, anche semplicemente per proteggere il proprio “business”, procede costantemente a studiare come migliorare il soggiorno del pollame negli allevamenti, perché un pollo che non sta bene non può essere indirizzato alla vendita.
Sarebbe sciocco non considerare che l’allevamento è propedeutico alla produzione di alimenti per milioni di persone. Ciononostante dal primo all’ultimo giorno di vita il pulcino, che è destinato a diventare pollo, gode di attenzioni che andrebbero raccontate e illustrate bene.
https://nutriamocidibuonsenso.it/come-funziona-un-allevamento-intensivo-e-protetto-di-polli/
https://moreaboutchicken.com/how-an-intensive-and-protected-chicken-farm-works/
Sul piano scientifico, la ricerca e lo sviluppo dell’avicoltura hanno raggiunto un grado di attenzione al benessere animale (e di conseguenza al benessere dell’intera filiera che porta alimenti fino alle nostre tavole) difficile da riscontrare in altri settori. E l’Italia, va detto che è un Paese particolarmente all’avanguardia.
Il pollo e le uova di gallina sono soluzioni difficilmente sostituibili in termini di velocità di approvvigionamento, continuità, semplicità e sicurezza sanitaria totalmente tracciabile e verificabile … caratteristiche che rispondono perfettamente all’esigenza sempre più forte di cibo sano, economico e con elevate qualità nutrizionali, legata anche alla crescita demografica mondiale.
La filiera avicola dovrebbe perciò affrontare e prevenire la sfiducia e le idee sbagliate che l’opinione pubblica ha in merito ai sistemi di allevamento avicolo.
Una ricerca condotta da Poultry World in Finlandia, Germania, Polonia, Spagna e Regno Unito ha mostrato quanto il pubblico creda erroneamente che i moderni metodi di produzione animale non rispettino i concetti fondamentali del benessere animale, come quello del diritto di poter esprimere i comportamenti naturali.
La ricerca, condotta come parte di un progetto più ampio, ha rivelato anche le preoccupazioni che i consumatori hanno sull’uso degli antibiotici nella produzione avicola (e suinicola), oltre al fatto che desiderano conoscere meglio il modo in cui il cibo che mangiano è stato prodotto.
I contenuti diffusi da questo blog e da www.moreaboutchiken.com sono forniti con concetti semplici, spiegazioni chiare anche quando articolate. Non solo. Sono contenuti che raccontano fedelmente cosa, come, perché e per chi funzionano gli allevamenti intensivi che in realtà dovrebbero definirsi “protetti”.
Sono informazioni accessibili gratuitamente, un punto di riferimento (senza pubblicità) per il pubblico consumatore che poco o nulla sa su questo settore che produce benefici alimentari in termini di disponibilità, qualità e accessibilità.
Questi blog hanno anche l’intento di qualificare le attività del settore avicolo difendendone la reputazione. Un’attività che stupisce non venga considerata dal settore come iniziativa da “acquisire”.
Adeguare la comunicazione del comparto a queste richieste “del mercato” contribuirebbe a migliorare la considerazione e la fiducia del pubblico verso tutta la catena alimentare … forse anche quella tua che stai leggendo.
Navigate questo blog e www.moreaboutchicken.com e chiedete pure altri approfondimenti usando il form di contatto.
Pietro Greppi
Ethic advisor – Creator of the new paradigm in the poultry sector
Founder of www.ad-just.it – www.moreaboutchicken.com – www.nutriamocidibuonsenso.it – www.ioetesiamopari.it
Scarp de tenis – the first Italian street newspaper dedicated to the homeless