Perché il comparto avicolo appare silente rispetto alle accuse che riceve?

Il comparto avicolo in Italia e a livello globale non è davvero completamente silente riguardo alle accuse mosse dagli attivisti animalisti. Tuttavia, la percezione che non risponda è oggettivamente molto forte, ma deriva da diversi fattori.

Le possibili ragioni di una comunicazione del comparto che appare limitata o inefficace si possono intuire da approcci non ancora “maturi” professionalmente che ne impediscono l’efficacia:

  • Strategie di comunicazione diverse

Il settore avicolo potrebbe adottare strategie di comunicazione meno “urlate” rispetto a quelle degli attivisti. Potrebbero preferire canali più istituzionali, comunicati stampa, partecipazione a convegni, o focus sulla comunicazione B2B (verso altre aziende e operatori del settore) piuttosto che un confronto diretto e pubblico con gli attivisti e certamente anche con il pubblico indifferenziato che poco sa dell’argomento.

  • Focus sulla conformità normativa

La risposta principale del settore è spesso sottolineare la conformità alle leggi e ai regolamenti sul benessere animale, sull’igiene e sulla sicurezza alimentare. Vengono evidenziati i controlli veterinari e le certificazioni. Questo tipo di risposta, sebbene importante, non viene però percepita come un’aperta discussione sulle questioni etiche sollevate dagli animalisti, bensì come un modo formale, distaccato e distante dalle curiosità reali del pubblico.

  • Difficoltà nel dialogo

Il dialogo tra il settore e gli attivisti è spesso polarizzato e carico di emotività. Potrebbe essere difficile trovare un terreno comune per una discussione costruttiva. Le posizioni ideologiche spesso sono molto distanti e si amplificano soprattutto quando diventa necessario ascoltare la “voce della scienza” in modo neutro e tuttavia oggettivo.

  • Timore di pubblicità negativa

Rispondere direttamente e in modo aggressivo alle accuse potrebbe, in alcuni casi, amplificare la pubblicità negativa e dare maggiore risonanza alle affermazioni degli attivisti.

Si tratta quindi di scegliere una modalità di informazione costante, puntuale, precisa e dettagliata e sempre raggiungibile anche online (che è poi lo scopo dei due blog https://nutriamocidibuonsenso.it/ e https://moreaboutchicken.com/ )

  • Sottovalutazione dell’impatto

In passato, il settore ha certamente sottovalutato l’impatto sia emotivo che commerciale delle campagne animaliste sull’opinione pubblica e sulle scelte dei consumatori.

  • Complessità delle questioni

Le questioni legate al benessere animale negli allevamenti intensivi sono complesse e sfaccettate. Fornire risposte esaustive e convincenti al grande pubblico può essere difficile e tuttavia questo dovrebbe far riflettere sulla necessità di semplificare la narrazione senza per questo evitare di parlare di pregi e difetti argomentando sempre in modo trasparente e onesto.

  • Mancanza di un fronte unito

Il comparto avicolo è composto da diverse realtà (allevatori, trasformatori, associazioni di categoria). Manca una voce unica e coordinata nella comunicazione che si concentri sulla narrazione delle “cose come stanno” che, nei modi e nei mezzi, sia capace di rivolgersi al consumatore per incontrare i suoi dubbi, paure, curiosità.

  • Investimenti nei miglioramenti

In molti casi, il settore avicolo sta costantemente investendo nei miglioramenti delle condizioni di allevamento, certo anche in risposta alle pressioni dell’opinione pubblica e degli attivisti, ma soprattutto per l’interesse di garantire costantemente la qualità e il benessere degli animali allevati. Tuttavia, questi cambiamenti non sono comunicati in modo efficace al punto che vengono ritenuti non sufficienti dagli animalisti.

  • Utilizzo di “terze parti”

Capita che il settore preferisca far comunicare i progressi e le proprie posizioni attraverso esperti, veterinari o associazioni di categoria, piuttosto che direttamente dalle aziende. E spesso queste figure, pur professionali, non sono in grado di trasmettere i contenuti in modo coinvolgente e altrettanto suggestivo di quanto invece fanno gli attivisti.

Tuttavia ci sono segnali di un cambiamento:

  • Maggiore apertura al dialogo

Alcune associazioni di categoria e aziende stanno iniziando a mostrare una maggiore apertura al dialogo e alla trasparenza, anche attraverso visite agli allevamenti (seppur spesso controllate).

  • Comunicazione più attiva

Si osserva un aumento di iniziative di comunicazione volte a spiegare le pratiche di allevamento e a rispondere alle preoccupazioni dei consumatori (ad esempio, siti web informativi, video esplicativi). Fra queste, sia a livello internazionale che nazionale, sono comunque poche quelle che pianificano convintamente attività capaci di raggiungere e soprattutto di farsi trovare dal pubblico. Fra quelle più efficaci e correttamente orientate nella loro narrazione ci sono i due blog https://nutriamocidibuonsenso.it/ e https://moreaboutchicken.com/

  • Adesione a standard di benessere animale più elevati

Alcune aziende stanno adottando volontariamente standard di benessere animale più elevati rispetto a quelli minimi previsti dalla legge e lo comunicano ai consumatori. Tuttavia alcuni sondaggi svolti in autonomia da https://nutriamocidibuonsenso.it/ e https://moreaboutchicken.com/ confermano che le persone considerano queste attività solo come strategie di marca per acquisire clienti o per spostare la scelta da una marca ad un’altra.

In conclusione, anche se negli ultimi anni si osservano segnali di una maggiore apertura e di una comunicazione più attiva, la percezione di una mancanza di risposta da parte del comparto avicolo resta ed è dovuta ad una combinazione disordinata e ancora poco consapevole di strategie comunicative diverse, difficoltà nel dialogo con gli attivisti e una sottovalutazione dell’impatto delle loro campagne.

Pietro Greppi, fondatore del blog che state leggendo e di https://moreaboutchicken.com/ ha lanciato un segnale per suggerire un percorso a favore della reputazione del comparto https://nutriamocidibuonsenso.it/nutrire-il-pianeta-un-nuovo-paradigma-per-il-settore-avicolo/

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Autore: Staff

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