È vero che gli allevamenti intensivi impediscono lo sviluppo della biodiversità e che dovremmo chiuderli e nutrirci solo di vegetali?

Se non avessimo la necessità di attingere dalla natura per il nostro sostentamento alimentare mondiale, non esisterebbero né coltivazioni, né allevamenti.

Le obiezioni delle organizzazioni anti allevamenti riguardano animali che “esistono” unicamente per “nostra volontà”. Sono animali che non vengono sottratti alla natura “libera e selvaggia”, bensì selezionati e fatti riprodurre per fornirci nutrimento con metodi di selezione naturale, che permettono di identificare, all’interno delle popolazioni animali, solo quelli che manifestano le numerose caratteristiche positive che faranno crescere le generazioni successive con le migliori caratteristiche di crescita, salute, robustezza, andatura corretta, alta capacità cardiopolmonare, ecc.

L’eliminazione dei difetti fa parte del miglioramento genetico in svariati settori, oltre a quello avicolo. Le caratteristiche genetiche di ogni essere vivente, animale o vegetale, sono in costante lenta mutazione in diretta relazione con le variabili ambientali in cui si viene a trovare. Quella che chiamiamo “natura”, di cui tutto fa parte, è una costante e totale mutazione non solo sul piano della generazione di nuovi “individui”, ma soprattutto di individui sempre nuovi … fossero programmi di computer potremmo dire “sempre più aggiornati”. Ogni essere vivente è la versione migliorata del precedente. La selezione naturale a cui non facciamo neppure più caso è quella che avviene sotto i nostri occhi e che in ogni nuova generazione inserisce piccole ma costanti modifiche genetiche. Alcune di queste si riveleranno agenti di adattamento migliori di altre. Quello che quindi accade sempre è che le generazioni (animali o vegetali) che meglio sopravvivono, meno si ammalano, meglio resistono alle condizioni in cui vivono saranno anche quelle che genereranno nuovi individui più forti che porteranno con sé la capacità di trasmettere quelle caratteristiche di miglior adattamento. Oltre a questo è abbastanza evidente che in condizioni di benessere ogni essere vivente cresce e si sviluppa meglio rispetto a situazioni di sofferenza.

Tutto questo costante adattamento naturale, l’essere umano lo ha notato da secoli e in modo sempre più scientifico e preciso lo ha adottato per la propria sopravvivenza accelerando e procedendo nella costante selezione di quali vegetali coltivare e quali animali allevare sempre in relazione alle necessità via via sempre più adeguate alle esigenze alimentari delle comunità presenti in ogni parte del mondo.

Per essere più chiari: il cosiddetto pedigree con il quale indichiamo la tutela di determinate caratteristiche di cavalli, cani, gatti… è basata sulla consapevolezza che la riproduzione di determinati geni può essere controllata. Pensate anche al genere umano … in alcune epoche (e anche oggi) alcune famiglie decidono “chi far accoppiare con chi”, con una buona dose di consapevolezza che persone sane è più facile che generino persone sane.

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Autore: Staff