Il pollo lo mangiamo in tanti.
Ma in quanti sanno quanti mangiano pollo nel mondo e quali Paesi sono i maggiori protagonisti del settore avicolo?
Alcuni dati li possiamo desumere dai resoconti delle esportazioni e delle importazioni. Non sono opinioni, bensì fatti che alternativamente determinano o sono determinati dalle tensioni geopolitiche, sociali, economiche, sanitarie.
Ecco qualche dato reso in sintesi che potrete approfondire tramite i link a fondo pagina:
“È stato pubblicato il documento aggiornato della quinta edizione della World Poultry Map, che presenta una panoramica dei principali sviluppi dei mercati avicoli mondiali, con particolare attenzione al commercio.
Sono cresciute le esportazioni da parte di Brasile, Tailandia, Ucraina, Russia e Cina. E sono cresciute in modo significativo anche le importazioni per l’Asia, mentre quelle della Russia e dell’Ucraina che erano fra i principali importatori sono praticamente svanite.
I Paesi del Medio Oriente si sono concentrati sulla sicurezza alimentare con una maggiore produzione locale, mentre l’Africa si sta affermando come importatore.
L’UE, il Regno Unito e il Giappone sono tuttavia ancora i mercati di importazione di maggior valore, anche se con una crescita limitata.
Il commercio globale di pollame vale 32,5 miliardi di dollari (48 se si includono gli scambi intra-UE), dominato da diversi Paesi e regioni (tra cui Brasile, Stati Uniti, UE, Tailandia e Cina) e può essere suddiviso in quattro principali sotto-mercati: carne scura, carne del petto, pollo intero e pollo ulteriormente lavorato.
Negli ultimi 6 anni (dal 2018) il settore ha subito forti scosse, tra cui quella del Covid-19 (che ha comportato una riduzione del commercio al foodservice), l’influenza aviaria (che ha portato a maggiori restrizioni commerciali), la peste suina africana nei suini (che ha provocato uno spostamento della domanda verso il pollo), il rallentamento della crescita economica (che ha ridotto la capacità di spesa) e i costi elevati e volatili dei mangimi (che hanno avuto un impatto sui prezzi del pollo).
Il settore ha risentito anche delle tensioni geopolitiche dovute alla guerra in Ucraina, alle turbolenze in Medio Oriente e all’aumento delle tensioni commerciali tra i Paesi occidentali e la Cina, che si è sempre più concentrata sulla sicurezza alimentare.
Queste “perturbazioni” hanno prodotto un commercio più volatile e in costante cambiamento. Il Brasile è stato il più evidente nella crescita commerciale globale, diventandone il protagonista con il 90% della crescita nel commercio globale dal 2018, seguito da Tailandia, Cina, Ucraina e Russia.
L’UE e gli Stati Uniti hanno diminuito le loro esportazioni dal 2018.
I maggiori importatori globali di pollo sono stati Cina, Giappone, UE, Regno Unito, Messico e Arabia Saudita. Rispetto al 2018 Cina, Filippine, Messico e Regno Unito hanno importato molto più pollo, mentre Sudafrica, Arabia Saudita, Stati del Golfo, UE e Giappone ne hanno importato meno.
Nei prossimi anni si prevede che la crescita del commercio globale sarà lenta, con la continua volatilità dei prezzi e il crescente impatto delle tensioni geopolitiche e della concorrenza.
Le esportazioni brasiliane manterranno probabilmente la tendenza a restare protagoniste a livello globale e Thailandia, Cina, Russia e Ucraina potrebbero espandere ulteriormente la loro quota.”
L’originale e gli approfondimenti a questi link: