C’è ancora molta confusione intorno al termine “processato”, che ha acquisito oggi un’accezione negativa nell’immaginario collettivo, per quanto riguarda il contesto alimentare. Questo perché un alimento definito “processato” viene spesso giudicato di qualità inferiore e meno sano rispetto ad un cibo fresco, perché “lavorato” o perché si pensa che sia “trattato” con additivi, sostanze chimiche o conservanti non benefici per la salute. Vediamo cosa si intende realmente per “alimenti processati”, perché non fanno male e in cosa differiscono dai cibi “ultra processati”.
In base alla classificazione NOVA, si definisce cibo “processato” un alimento realizzato semplicemente con due o tre ingredienti e che ha subito una lavorazione, come ad esempio la cottura e la conservazione. Quindi non si tratta per niente di un cibo malsano come si pensa erroneamente. Anzi, in questa categoria rientrano la maggior parte dei prodotti che consumiamo quotidianamente, come la pasta, il pane, le verdure sottaceto, i legumi in scatola, i salumi, lo yogurt, la birra e il vino, giusto per fare degli esempi. Dunque persino noi a casa creiamo cibi processati quando sottoponiamo i cibi freschi a successive lavorazioni.
Vien da sé che non sono questi alimenti ad essere dannosi per la salute, ma lo sono i cibi “ultra-processati” o “iper processati”, che costituiscono un’altra categoria ben distinta. Questi infatti sono frutto di lunghe lavorazioni industriali, come l’idrogenazione, l’idrolisi, l’estrusione, lo stampaggio e il rimodellamento, quindi processi spinti che alterano pesantemente la struttura del cibo fresco di partenza, generando altri composti come proteine idrolizzate, isolati proteici, maltodestrine, oli e grassi idrogenati, zucchero e amidi modificati. Inoltre contengono più di 5 ingredienti, tra cui additivi come agenti aromatizzanti, stabilizzanti, coloranti, conservanti, emulsionanti, umettanti, anti-agglomeranti, esaltatori di sapidità e dolcificanti.
Rientrano in questa categoria ad esempio i veg burger, le cotolette vegane e le finte bistecche vegetali a base di legumi come la soia, piselli o glutine, quindi prodotti fake che tentano imitare le qualità sensoriali di quelli veri, mascherando i sapori e gli odori non desiderati del cibo vegetale di partenza, che viene totalmente alterato. Il consumo di questi prodotti super trasformati e ultra elaborati è associato ad un maggior rischio di obesità, patologie cardiovascolari e cerebrovascolari, quindi ictus, ischemie, infarti e ad una più alta mortalità. I salumi dunque non sono cibi iper processati come spesso si pensa, ma “carni processate” o “carni lavorate” con ingredienti semplici, come sale, pepe, erbe e spezie, a seconda della ricetta della tradizione.
Riguardo nello specifico alla carne di pollo, review di recente pubblicazione hanno sottolineato i benefici della sua versione fresca sulla salute cardiovascolare e metabolica, mentre è risultata una minor evidenza per la sua versione “lavorata”. Questo non vuol dire che il “pollo processato” faccia male, ma questa minor evidenza di effetti benefici può essere causata dei metodi di cottura aggressivi che possono formare composti dannosi o per l’eccesso di sodio che si può trovare in prodotti di bassa qualità.
Dunque, prodotti di pollo arrostiti, affumicati, tagliati o grigliati sono tutti cibi “processati”, sia che la lavorazione avvenga a livello domestico che industriale, e il loro consumo è generalmente sicuro per la salute, prestando attenzione alla qualità e ai metodi di preparazione e cottura per goderne al meglio dei benefici. Invece sarebbe meglio evitare o ridurre al minimo il consumo dei cibi iper processati moderni che invadono gli scaffali dei nostri supermercati, che spesso vengono promossi dal marketing come salutari solo per il fatto di essere di origine vegetale, mentre invece sono quelli che dovrebbero destare maggior preoccupazione.
Ulteriori approfondimenti:
Dr.ssa Assunta Susanna Bramante
Diet and Nutrition Adviser, Meat Specialist, Science Communicator, Agronomo PhD in Produzioni Animali, Sanità e Igiene degli Alimenti nei Paesi a Clima Mediterraneo – www.genbioagronutrition.blogspot.com – www.susannabramante.blogspot.com