Le fake news sono efficaci per una serie di cause che spesso agiscono in concomitanza fra di loro amplificando la loro efficacia soprattutto su chi non è abituato a utilizzare lo spirito critico e l’approfondimento.
Le fake news non sembrano essere fake news soprattutto perché sfruttano le debolezze della psicologia umana e, oggi più che mai, le caratteristiche del mondo digitale.
Vediamo in sintesi alcuni evidenti perché c’è chi crede alla fake news:
Fanno appello alle emozioni:
Si manifestano come “bias” di conferma (con questo simbolo * spieghiamo più sotto il significato di bias):
Solitamente possono contare sulla velocità di diffusione online:
Attecchiscono su chi è carente di alfabetizzazione mediatica:
Riescono a ingannare gli algoritmi dei social media:
Vengono diffuse usando la tecnica semplice, ma efficace, della ripetizione:
* Cos’è un “bias”?
Immagina di avere un paio di occhiali “speciali” che non cambiano i colori, ma tendono a farti vedere le cose in un certo modo, anche se non è esattamente di come sono nella realtà.
Un bias è proprio come indossare questo tipo di occhiali al momento in cui pensi o prendi decisioni. Questo genere di occhiali (invisibili) ti porta a favorire una certa idea, una persona, una cosa o a interpretare le informazioni in un modo specifico, anche se non ci sono prove sufficienti per farlo.
In parole ancora più semplici:
I bias si manifestano in varie situazioni. Per esempio:
Quindi, un bias è una “scorciatoia” – spesso inconscia – della nostra mente per elaborare le informazioni, che può portarci a giudizi o decisioni non sempre oggettivi o razionali e comunque “di comodo”.
Va detto che confutare e commentare queste notizie è difficile e complesso proprio perché, smontare una fake ripetuta nel tempo e diffusa viralmente, costringe a mettere in campo ripetutamente competenze, conoscenze e prove scientifiche che chi diffonde fake news non intende considerare e spesso addirittura non conosce proprio.
In Italia si dice che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, ma crediamo che sia un difetto diffuso in tutto il mondo.
Possiamo aggiungere che chi diffonde fake news ritiene di fatto che ad essere una fake news sia invece la verità, generando così dei cortocircuiti nell’informazione che generano confusione a ripetizione soprattutto nella popolazione poco informata e poco abituata ad approfondire.
Fatte queste premesse, dato che ci occupiamo di svelare le fake news che colpiscono il settore dell’avicoltura professionale intensiva e di diffondere informazioni corrette al riguardo, nel link in fondo a questo articolo commentiamo criticamente alcune delle ultime affermazioni estratte dai vari comunicati via mail e comunque diffusi nel web da CIWF (una delle organizzazioni animaliste anti allevamenti più attive).
Leggerete nel documento le loro affermazioni confutate dai nostri approfondimenti provenienti da vari esperti del settore avicolo (veterinari, tecnici, allevatori, …). lo facciamo per sottolineare quanto le loro affermazioni ricadono esattamente nelle tecniche che consentono alle fake news di non sembrare tali.
La qualità della vita dei polli: com’è e come la racconta CIWF