Continua l’attività di osservazione e report a cura di M.A.C. (https://www.moreaboutchicken.com/)
e N.D.B.S. (https://www.nutriamocidibuonsenso.it/) intorno e dentro al settore avicolo, iniziata con quelle che trovate a questi link:
https://nutriamocidibuonsenso.it/come-evitare-di-farsi-influenzare-dalle-fake-sul-settore-avicolo/
https://moreaboutchicken.com/how-to-avoid-being-influenced-by-fake-news-about-the-poultry-sector/
Il mio obiettivo è stato quello di verificare e identificare siti web o iniziative italiane che si occupano di contrastare la disinformazione nel settore avicolo. Ho cercato fonti che smentiscano fake, forniscano informazioni scientifiche e promuovano la trasparenza in questo ambito e ho comunque iniziato andando alla ricerca di siti che genericamente si dedicano a smentire le fake che circolano e che in generale ammorbano l’informazione.
Questa ricerca si è concentrata quindi su siti italiani di fact-checking generici, per poi affinarla includendo quelli che affrontano termini specifici relativi al settore avicolo. Successivamente, ho cercato le organizzazioni che forniscono informazioni scientifiche sul pollame, identificando articoli o sezioni che contengono smentite di notizie false e individuando fonti che contengono potenzialità di trasparenza nell’industria avicola italiana.
Siti di fact-checking identificati
Ho iniziato la mia ricerca individuando diversi siti italiani di fact-checking generici, come AGI Agenzia Giornalistica Italia, Fake.net, David Puente Fact-Checking, Facta.news, Lavoce.info Fact-Checking e Pagella Politica che rappresentano un punto di partenza per la verifica delle informazioni che ho cercato prima di approfondire le fonti di ricerca.
Smentite specifiche nel settore avicolo
Ho poi trovato fonti potenzialmente interessanti che affrontano direttamente le fake nel settore avicolo.
In particolare, MSD Animal Health ha articoli che smentiscono fake comuni, come l’allevamento di tutte le galline in gabbia o la presenza di ormoni e residui di antibiotici nelle carni bianche.
Anche Facta.news contiene argomentazioni inerenti la disinformazione legata al cibo, come pure l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI) che evidenzia il benessere animale come un tema ad alto rischio di disinformazione.
Ho notato che associazioni di settore come UNAITALIA e Assoavi producono contenuti potenzialmente utili per contrastare queste narrazioni.
Per approfondire, ho poi esplorato i siti di MSD Animal Health, Facta.news e ANMVI per raccogliere esempi specifici di contenuti che smentiscono potenzialmente le fake e per comprendere meglio il loro approccio. Inoltre, ho consultato i siti delle principali associazioni di allevatori, come Associazione Italiana Allevatori (AIA) e UNAITALIA, per individuare sezioni dedicate alla trasparenza e alla smentita di fake, cercando di capire come comunicano le informazioni scientifiche al pubblico.
Nuove scoperte sulle smentite nel settore avicolo
Ho approfondito la ricerca sui siti che possono potenzialmente contrastare la disinformazione nel settore avicolo. MSD Animal Health, in collaborazione con Assoavi e Unaitalia, è una fonte potenziale, solida e che contiene argomenti che possono essere utilizzati per smentire diverse fake. Tra queste, la falsa e diffusa credenza che tutte le galline siano allevate in gabbia, la convinzione che ci sia presenza di ormoni nelle carni bianche e la credenza vi sia eccesso di residui di antibiotici. In questi contenuti ho trovato dati specifici sui sistemi di allevamento e sulla significativa riduzione dell’uso di antibiotici.
Ho anche scoperto che Assosuini, pur focalizzandosi sui suini, ha un articolo molto rilevante che smentisce fake comuni sull’allevamento intensivo in generale, applicabili anche al settore avicolo, come l’impatto ambientale o il benessere animale. Questo articolo cita il Professor Pulina di Carni Sostenibili, indicando un’altra organizzazione chiave.
Organizzazioni chiave
Dal report emergono come potenzialmente capaci di fornire risposte in contrasto alle fake news: Assoavi, Unaitalia, Carni Sostenibili, Moreaboutchicken e Nutriamocidibuonsenso che tuttavia operano in modo distinto fra loro o con link reciproci. Ho identificato un articolo specifico di Unaitalia/Carni Sostenibili intitolato ‘Fact-Checking Day: le 5 fake più diffuse sulla carne’, che ho ritenuto utilizzare come punto di indagine cruciale pur esplorando più in dettaglio i siti principali di Unaitalia e Assoavi per trovare sezioni dedicate alla trasparenza e alla smentita di notizie false. Questo mi ha permesso di compilare un elenco completo di siti e delle tipologie di disinformazione che affrontano e che ho riportato sinteticamente nel report e in dettaglio nell’allegato SK-REPORT-FACT CHECKING.
1. Introduzione: il contesto della disinformazione nel settore avicolo italiano
1.1. Importanza strategica del settore avicolo in Italia (valido anche a livello europeo)
Il settore avicolo italiano rappresenta un pilastro fondamentale dell’industria agroalimentare nazionale, distinguendosi per un elevato grado di autosufficienza produttiva e una filiera completamente integrata. Nel 2023, ha raggiunto un’autosufficienza del 105,5% per la carne avicola, posizionandosi come il quinto produttore in Europa. Il valore economico complessivo del settore è notevole, stimato intorno ai 7,35 miliardi di euro, di cui 5,35 miliardi derivano dalla carne e 2 miliardi dalle uova.
La dinamicità del settore è evidenziata da una crescita robusta: la produzione di carne avicola è aumentata del 9,9% nel 2023 rispetto al 2022, e quella di uova del 6,8% nello stesso periodo. La carne avicola è la più consumata nelle famiglie italiane, con un consumo pro capite medio di circa 21,4 kg all’anno, rappresentando il 42% dei volumi totali di carne. Questa preferenza è attribuibile alla sua versatilità, all’alto contenuto proteico e all’accessibilità economica. Anche il consumo di uova si mantiene elevato, con circa 215 uova pro capite all’anno nel 2023.
La notevole autosufficienza e il significativo valore economico del settore indicano una forte resilienza interna, cruciale per la sicurezza alimentare nazionale. Nonostante le fluttuazioni della fiducia dei consumatori, influenzate da fattori economici come l’inflazione, la domanda sottostante di prodotti avicoli rimane solida. Ciò significa che qualsiasi impatto negativo derivante dalla disinformazione potrebbe avere ripercussioni sostanziali sull’economia e sulla sicurezza alimentare del Paese. Pertanto, gli sforzi anti-fake news sono indispensabili per la tutela della reputazione, ma sono anche essenziali per salvaguardare un’industria nazionale (e internazionale) vitale.
1.2. La crescente sfida delle fake news e il loro impatto
Il settore avicolo, al pari di gran parte dell’industria agroalimentare, si trova ad affrontare critiche persistenti e la diffusione di disinformazione riguardante la sicurezza alimentare, il benessere animale e l’impatto ambientale. Queste narrazioni negative, spesso amplificate dai media e dai social network, possono erodere la fiducia dei consumatori e influenzare le decisioni di acquisto. Nonostante il settore abbia raggiunto standard elevati in termini di sicurezza, benessere e attenzione ambientale negli ultimi due decenni, la disinformazione continua a circolare.
La fiducia dei consumatori in Italia, sebbene soggetta a variazioni, è particolarmente sensibile alle condizioni economiche. Un indebolimento generale del sentimento dei consumatori, ad esempio a causa dell’inflazione, può rendere i cittadini più inclini a credere a narrazioni negative sulla produzione alimentare, spingendoli a privilegiare il prezzo rispetto ad altri attributi o a cercare alternative.
Questa situazione crea una vulnerabilità critica: se la disinformazione sulla qualità o la sicurezza dei prodotti avicoli si diffonde, i consumatori, già attenti al valore, potrebbero facilmente orientarsi verso opzioni percepite come più sicure o economiche, anche se le affermazioni sono infondate.
La sfida per il settore avicolo non è solo quella di smentire le falsità, ma di costruire proattivamente la fiducia per prevenire tali cambiamenti in un mercato dove il prezzo è comunque un fattore determinante.
1.3. Obiettivo del Report: identificare e analizzare le fonti anti-fake news
Il presente report si propone di fornire un’analisi approfondita delle entità e delle strategie italiane dedicate al contrasto della disinformazione nel settore avicolo. Verranno distinti i siti di fact-checking generici dagli organismi settoriali specializzati, dettagliando i loro approcci, le fake specifiche che affrontano e le argomentazioni scientifiche e le normative che impiegano per promuovere una comunicazione corretta e basata su evidenze.
2. Panoramica dei siti italiani di fact-checking generico con rilevanza agroalimentare
Credo di fare un servizio utile diffondendo qui l’informazione del dove trovare punti di riferimento anti-fake che sebbene non siano focalizzati esclusivamente sul settore avicolo, contribuiscono al fact-checking della più ampia lotta contro la disinformazione, coprendo occasionalmente argomenti pertinenti all’agroalimentare e alla salute pubblica. Queste piattaforme rappresentano risorse generali importanti per la verifica delle notizie e delle affermazioni e, anche se questo report è dedicato all’avicoltura, consideriamo che il mondo delle fake è spesso trasversale e tocca temi che ne toccano altri sviluppando complesse catene di fake difficili da individuare e quindi da depotenziare nei loro effetti spesso devastanti per attività, contesti, persone, etc.
Tra i principali siti di fact-checking in Italia si annoverano quindi:
L’esistenza di questi siti di fact-checking “generici” dimostra una chiara esigenza sociale di verifica delle informazioni anche se la loro ampia portata impedisce di fornire smentite continue, approfondite e proattive come quelle richieste da un settore complesso e spesso criticato come quello avicolo. Ad esempio, Facta.news affronta la questione della “carne coltivata”, ma non le sfumature quotidiane dell’allevamento avicolo. Questo evidenzia una lacuna critica che le associazioni di settore specializzate devono colmare, poiché sono loro a possedere l’expertise di dominio e l’accesso diretto ai dati necessari per contrastare efficacemente la disinformazione specifica del settore avicolo.
3. Le associazioni di categoria e i consorzi come attori chiave nella lotta alla disinformazione nel settore avicolo
Le fonti più dirette e autorevoli per contrastare la disinformazione nel settore avicolo italiano (ed europeo) sono le associazioni e i consorzi di categoria. Questi organismi possono sfruttare la loro profonda conoscenza, l’accesso ai dati e il coinvolgimento diretto con i produttori per fornire informazioni accurate e basate su evidenze scientifiche. La questione su cui è necessario che il comparto si interroghi è però il modo con cui le attività di contrasto alle fake vengono condotte, spesso permeate da sovrastrutture e tecnicismi che stentano ad essere “tradotti” in risposte comprensibili e/o accessibili al pubblico restando (involontariamente) contenuti per nulla adatti a rassicurare o a recuperare consumatori potenziali, distratti, delusi, spaventati dalle fake circolanti.
3.1. UNAITALIA: la voce del settore avicolo e delle uova
UNAITALIA è l’associazione di riferimento che rappresenta, tutela e promuove le filiere agroalimentari italiane della carne e delle uova. La sua missione include il rafforzamento della rappresentanza istituzionale del “Made in Italy” agroalimentare e la promozione di un modello di sviluppo incentrato sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica, sul benessere animale e sulla trasparenza verso i consumatori.
L’associazione si impegna nella trasparenza attraverso la pubblicazione di relazioni annuali dettagliate, come la “RELAZIONE ANNUALE UNAITALIA 2025” (che copre il 2024) e la “RELAZIONE ANNUALE UNAITALIA 2024” (che copre il 2023) https://www.unaitalia.com/relazione-annuale-e-risorse/ . Questi documenti offrono una panoramica completa delle prestazioni del settore, dei livelli di autosufficienza, della produzione e delle tendenze di consumo, fungendo da risorse chiave per una comunicazione trasparente e dimostrando la capacità di recupero e adattamento della filiera. UNAITALIA affronta i temi più comuni attraverso comunicati stampa e articoli riportando anche quelli di altre associazioni internazionali come AVEC.
UNAITALIA estende i propri impegni a progetti europei per la sostenibilità e il benessere animale ed è un partner del progetto Broilernet, rete finanziata dal programma europeo Horizon 2020 (da agosto 2022 ad agosto 2026). Broilernet mira a migliorare la resilienza e la sostenibilità del settore dei polli da carne, promuovendo la co-ideazione e l’implementazione di migliori pratiche negli allevamenti europei, con un focus su salute e benessere animale e impatto ambientale. I risultati e le migliori pratiche sono raccolti in un portale online, “The Broiler Knowledge Hub” https://broilernet.eu/knowledge-hub/ , accessibile a tutti.
UNAITALIA riporta nel suo sito risposte a specifiche fake, come quelle relative a:
Ormoni: l’associazione chiarisce che l’uso di ormoni e stimolatori della crescita è illegale e severamente proibito dalle leggi italiane ed europee, con migliaia di controlli che ne certificano l’assenza. L’uso di tali sostanze sarebbe inoltre inutile e antieconomico.
Antibiotici: viene evidenziata una drastica riduzione nell’uso di antibiotici negli allevamenti avicoli italiani (un calo del 93,5% per il pollo e dell’83% per il tacchino tra il 2011 e il 2021). Si sottolinea che gli antibiotici sono impiegati esclusivamente a fini curativi, sotto prescrizione veterinaria, e con rigorosi periodi di sospensione per garantire l’assenza di residui nelle carni destinate al consumo.
Benessere animale: UNAITALIA promuove l’impegno del settore verso il benessere animale attraverso l’innovazione e l’adesione a regolamentazioni europee rigorose, tra le più severe a livello globale.
Sostenibilità: l’associazione affronta la percezione di un legame tra produzione di carne e riscaldamento globale, evidenziando che una parte significativa degli italiani non è influenzata da tali affermazioni e rifiuta l’idea di chiudere gli allevamenti per motivi ambientali.
L’approccio complessivo di UNAITALIA, che va dalle relazioni annuali alla partecipazione a progetti europei e alla smentita di alcune fake, fornisce dati, ricerche e collabora a livello internazionale per cercare di uniformare la narrazione. Questo suggerisce che per un settore sotto costante esame, la trasparenza proattiva e la comunicazione basata su evidenze non sono solo buone pratiche, ma un imperativo strategico fondamentale per ottenere/mantenere la fiducia dei consumatori e la stabilità del mercato.
3.2. Carni Sostenibili: piattaforma per la sostenibilità della carne
Il progetto “Carni Sostenibili” si prefigge l’obiettivo di identificare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze tecnico-scientifiche per dimostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.
Pubblica articoli che affrontano direttamente le critiche più comuni rivolte al settore avicolo italiano. Per esempio:
Antibiotico-resistenza (AMR): viene chiarito che i decessi per AMR sono principalmente legati all’abuso di antibiotici in medicina umana, sottolineando i controlli rigorosi nel settore zootecnico e il contributo del settore stesso nella lotta all’AMR.
Crescita “anomala” dei polli: spiega che la crescita rapida è il risultato di ricerca e selezione delle razze, pratica secolare in agricoltura, che ha portato a migliorare le performance del pollo, rendendolo più forte e meno soggetto a malattie.
Allevamenti intensivi come minaccia: argomenta che l’allevamento intensivo, “se fatto bene” e in conformità con le rigorose normative europee, non è una minaccia, ma un modello virtuoso da difendere ed esportare.
Costi di produzione elevati: evidenzia che gli alti costi di produzione in Europa, e in Italia in particolare, sono dovuti al rispetto di standard produttivi più severi rispetto ai competitor globali, sostenendo la difesa del modello produttivo italiano “Made in Italy”.
Il settore delle carni investe in modo significativo in ricerca e innovazione (il 7% del fatturato annuo, a fronte di una media del 2,5% per l’intero settore agroalimentare), a dimostrazione di un forte impegno per il progresso scientifico. Carni Sostenibili dettaglia ogni smentita delle fake che intercetta basandosi su spiegazioni scientifiche, come la selezione genetica e la distinzione tra uso umano e animale degli antibiotici. Questo indica che l’industria considera la validazione scientifica come lo strumento più credibile ed efficace per contrastare la disinformazione, spesso alimentata da emozioni o ideologie. Una strategia che idealmente intende spostare il dibattito dalla percezione ai fatti verificabili.
3.3. Assoavi: trasparenza nel settore delle uova
Assoavi (Associazione Nazionale Allevatori e Produttori Avicunicoli), appare impegnata a migliorare la conoscenza e la trasparenza nella produzione e nel mercato delle uova, per contribuire ad un miglior coordinamento interno e alla valorizzazione dei prodotti.
Smentisce attraverso comunicati le fake secondo cui “tutte le galline in Italia sono allevate in gabbia”.
Dati del 2021 mostrano infatti che il 54% delle galline ovaiole è allevato “a terra”, il 37% in “gabbie arricchite” (secondo le norme attuali), il 4% all’aperto e il 5% in allevamenti biologici. Questa ripartizione evidenzia un significativo allontanamento dalle gabbie convenzionali, con la quota di uova provenienti da gabbie arricchite in costante diminuzione (dal 71% nel 2011 al 37% nel 2021) e inferiore alla media europea (49,5%).
La fake delle “galline in gabbia” è una disinformazione specifica e di forte impatto emotivo. La risposta di Assoavi, basata su dati precisi e verificabili, contraddice direttamente l’affermazione generalizzata.
Ciò dimostra che per le fake persistenti e specifiche, un approccio di smentita basato sui dati è fondamentale. Appare quindi una forma di reattività del settore alle mutevoli sensibilità dei consumatori e agli investimenti effettuati per soddisfare queste nuove esigenze.
3.4. Altre organizzazioni: Coldiretti e CIA – Agricoltori Italiani
Anche associazioni agricole più ampie come Coldiretti e CIA – Confederazione Italiana Agricoltori svolgono un ruolo nella difesa dalla disinformazione del settore agroalimentare italiano.
Coldiretti: ha smentito “fantasiosi tentativi” di collegare l’allevamento nazionale all’epidemia di coronavirus, sottolineando il ruolo del settore nelle economie circolari (produzione di letame come fertilizzante, produzione di biogas) e gli elevati standard di sicurezza e qualità delle carni e del latte “Made in Italy”.
CIA – Confederazione Italiana Agricoltori: ha ribadito la qualità e la salubrità della carne avicola italiana, evidenziando i controlli rigorosi in tutti gli allevamenti e l’autosufficienza del settore. Ha sottolineato l’importanza dei piani di prevenzione contro l’influenza aviaria e la certificazione legale dell’origine delle carni di pollo in etichetta.
Mentre UNAITALIA e Carni Sostenibili si concentrano specificatamente sul settore avicolo, Coldiretti e CIA svolgono un ruolo ampio per l’intero sistema agroalimentare italiano. I loro sforzi per smentire attacchi generalizzati, come i presunti legami con le pandemie o l’impatto ambientale complessivo, sono il tentativo di mettere in atto una strategia collettiva dell’industria per proteggere la reputazione dei prodotti agricoli italiani nel loro complesso.
Questo implica che per la lotta alla disinformazione è necessario uno sforzo su più livelli, che va dalla smentita specifica a livello di settore, alla più ampia difesa dell’agricoltura nazionale.
4. Piattaforme specializzate nella divulgazione e fact-checking sul settore avicolo
Oltre alle associazioni di categoria, esistono piattaforme specializzate che si dedicano alla divulgazione di informazioni accurate e al contrasto della disinformazione nel settore avicolo, con un approccio che mira alla neutralità e alla scientificità.
4.1. Nutriamoci di Buon Senso (nutriamocidibuonsenso.it) e More About Chicken (moreaboutchicken.com)
Nutriamoci di Buon Senso (N.D.B.S.) è un’emanazione di More About Chicken (M.A.C.) e nasce con l’obiettivo di trasmettere al pubblico italiano contenuti e riflessioni professionali sul mondo avicolo, cercando di superare le interferenze emotive che spesso distorcono la percezione della realtà.
Il gruppo di esperti che contribuisce alla produzione dei contenuti per queste piattaforme è di varia estrazione professionale, includendo specialisti in avicoltura, scienze, veterinaria, ricerca e comunicazione. Sono coordinati da Pietro Greppi, fondatore di entrambe le piattaforme, che garantisce una visione “terza” per evitare conflitti di interesse, pregiudizi emotivi e per promuovere visioni oggettive.
La missione di N.D.B.S. e M.A.C. è quella di seguire il “settore avicolo professionale” e informare i consumatori in modo imparziale, mantenendo una posizione il più possibile neutrale rispetto a chi non riesce a distinguere le questioni emotive (spesso irrazionali) da quelle scientifiche e pratiche.
Le informazioni e le notizie riportate su questi siti rispettano una visione scientifica, guidata dall’obiettivo di considerare l’esigenza e la funzione di nutrire il Pianeta in modo sano, coerente e sicuro. Le piattaforme dichiarano esplicitamente di non discutere questioni ideali, ma fatti reali, raccogliendo, verificando e diffondendo informazioni sulle attività del settore avicolo ed evidenziando le strumentalizzazioni tipiche di chi critica a priori l’allevamento animale per la produzione di cibo di qualità.
Queste piattaforme si distinguono per il loro focus specifico sul settore avicolo e per l’impegno a fornire un’analisi basata su evidenze, posizionandosi quindi come una risorsa per i consumatori e gli operatori che cercano informazioni bilanciate e scientificamente fondate, al di là delle narrazioni polarizzanti.
5. Principali fake e relative smentite nel settore avicolo italiano: analisi e contro-argomentazioni
Il settore avicolo italiano affronta diverse fake e critiche ricorrenti, spesso radicate in incomprensioni o rappresentazioni errate delle moderne pratiche di allevamento. Questo è infatti il tema più difficile da affrontare per il comparto, soprattutto perché scarsamente abituato a considerare preventivamente queste strategie di trasparenza e di opposizione alle critiche, trovandosi quindi ad affrontare emergenze senza un piano predeterminato e rischiando di apparire in affanno o poco credibile. La reputazione è infatti un fattore determinante che non può essere stabilito all’improvviso.
5.1. Benessere animale
Le critiche comuni sul benessere animale includono la percezione che i polli crescano “anormalmente” veloci, causando problemi di salute, e che le condizioni di allevamento intensivo non rispettino il benessere animale, mancando di luce naturale, spazio e opportunità per comportamenti naturali.
Le contro-argomentazioni del settore -anche se non predeterminate e non facilmente reperibili per un semplice consumatore- si basano su dati scientifici e normativi:
Crescita “anomala”: la crescita rapida dei polli è il risultato di secoli di ricerca e selezione genetica, un processo simile a quello di altri progressi agricoli. Le razze moderne crescono in modo conforme al loro patrimonio genetico, con l’obiettivo di ottenere animali più forti e sani che convertano efficientemente il mangime e siano meno inclini a malattie.
Allevamenti intensivi e benessere: il modello europeo, incluso quello italiano, aderisce a regolamentazioni rigorose ed evolute sul benessere animale. Sebbene intensivi (termine che l’autore di questo report da tempo suggerisce di definire invece e più propriamente “protetti”), questi sistemi sono progettati per garantire condizioni ottimali, poiché animali sani si traducono in migliori rese e costi inferiori. Il benessere degli animali da allevamento è garantito dal rispetto delle “cinque libertà” (nutrizione, spazio, salute, comportamento specie-specifico, benessere generale). Gli investimenti in innovazione migliorano gli standard tecnologici e strutturali.
Regolamentazione: rigorose normative europee, come il limite di densità di 33 kg/m² (che può arrivare a 39 kg/m² in condizioni ottimali) e le continue ispezioni veterinarie lungo tutto il ciclo produttivo (dall’allevamento al macello), assicurano la conformità e la salute degli animali. Il Ministero della Salute e gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali svolgono un ruolo chiave nel monitoraggio.
Consumatori e benessere
Sebbene la preoccupazione dei consumatori per il benessere animale sia elevata (ad esempio, il 71% ritiene che i polli siano esseri senzienti, l’84% che provino dolore, l’85% trova problematica la crescita rapida e il 92% desidera spazio e luce sufficienti), il settore argomenta che una transizione verso sistemi a maggiore benessere (come razze a crescita più lenta o più spazio) comporterebbe costi significativi. Uno studio indica un costo di produzione aggiuntivo del 37,5% per chilogrammo di carne e la necessità di investire 8,24 miliardi di euro per nuove strutture in Europa, con una riduzione del 44% della carne prodotta. Ciò potrebbe rendere il pollo meno accessibile economicamente.
Esiste quindi una chiara tensione tra l’alta preoccupazione dei consumatori per il benessere animale e i costi economici significativi associati all’implementazione di standard di benessere più elevati.
I consumatori esprimono una certa disponibilità a pagare di più (tra il 5% e il 30% in Europa), ma l’industria calcola aumenti dei costi di produzione molto più elevati. Questo crea un “paradosso benessere-costo”. La comunicazione anti-fake news sul benessere deve quindi andare oltre la semplice dichiarazione di conformità, educando i consumatori sui compromessi tra standard di benessere, costi di produzione e accessibilità del prodotto, e potenzialmente offrendo prodotti differenziati per soddisfare le diverse esigenze dei consumatori.
5.2. Salute Pubblica
Le critiche comuni in materia di salute pubblica includono affermazioni secondo cui la carne avicola sarebbe carica di ormoni, conterrebbe residui di antibiotici dannosi, e che il suo consumo sarebbe collegato a vari tipi di cancro o altri problemi di salute, come l’antibiotico-resistenza.
Le contro-argomentazioni del settore sono le seguenti:
Ormoni: l’uso di ormoni e stimolatori della crescita nell’avicoltura è rigorosamente illegale in Italia e nell’UE. I piani nazionali di monitoraggio dei residui, che prevedono migliaia di controlli, confermano la loro assenza nella carne avicola. Inoltre, il loro impiego sarebbe economicamente inefficiente.
Antibiotici: gli antibiotici sono utilizzati esclusivamente a scopo terapeutico, sotto prescrizione veterinaria e mai per prevenzione o promozione della crescita. Rigorosi periodi di sospensione assicurano che non vi siano residui nella carne al momento del consumo. Il settore avicolo italiano ha ottenuto una notevole riduzione nell’uso di antibiotici (93,5% per il pollo, 83% per il tacchino tra il 2011 e il 2021). La causa principale dell’antibiotico-resistenza (AMR) è l’abuso in medicina umana e non l’allevamento zootecnico.
Salubrità della carne: alcuni studi suggeriscono un legame tra il consumo di carne avicola e certi tipi di cancro (digestivi/gastrointestinali) così come ne esistono di ancora più recenti che descrivono invece un effetto di contrasto ai tumori. Tuttavia, il settore sottolinea correttamente che tali studi richiedono ulteriori approfondimenti e studi interventistici. In generale, la carne avicola è riconosciuta per il suo alto valore biologico e il basso contenuto di grassi rispetto ad altre carni.
Influenza aviaria: le associazioni di categoria, come CIA-Confederazione Italiana Agricoltori, rassicurano i consumatori che, nonostante focolai in altri paesi, gli allevamenti italiani sono sotto stretto controllo e non vi è alcun pericolo per i consumatori dal virus in Italia. Vengono attivamente promossi piani di prevenzione.
Il dibattito sugli antibiotici e i focolai di malattie evidenzia il complesso concetto di “One Health“, dove la salute animale influenza direttamente la salute umana. La disinformazione spesso semplifica eccessivamente o attribuisce erroneamente la colpa (ad esempio, l’AMR esclusivamente all’allevamento). Le risposte dettagliate dell’industria, che enfatizzano l’uso responsabile, i controlli rigorosi e il contesto della salute umana per l’AMR, dimostrano una comprensione di questa interconnessione. La sfida consiste nel comunicare efficacemente questa complessità a un pubblico che cerca risposte semplici, evitando allarmismi e mantenendo la credibilità.
Questa attività viene attualmente svolta in modo dedicato dai siti www.moreaboutchicken.com e www.nutriamocidibuonsenso.it .
5.3. Impatto Ambientale
L’allevamento intensivo di pollame è criticato per la sua impronta ambientale, incluse significative emissioni (ammoniaca, gas serra), inquinamento idrico da rifiuti e collegamenti indiretti alla deforestazione per la produzione di mangimi (soia, mais).
Le contro-argomentazioni del settore si basano sull’efficienza e la circolarità:
Emissioni: sebbene l’allevamento contribuisca certo alle emissioni, l’impronta carbonica del settore avicolo è tra le più basse del settore allevamento (circa 6,0 kg di CO2-equivalente per kg di carne, inferiore a bovini/suini/ovini). L’impronta carbonica del settore avicolo italiano è minima (tra il 3,3% e il 5,5% delle emissioni totali della zootecnia in Italia). L'”intensificazione intelligente” ha ridotto l’impronta di carbonio, azoto e fosfato, con le emissioni dell’allevamento bovino da latte dimezzate dal 1980. Abolire gli allevamenti tecnologici raddoppierebbe le emissioni di CO2 e azoto.
Gestione rifiuti e acqua: l’industria enfatizza la corretta gestione dei rifiuti e le pratiche di economia circolare, dove letame e lettiera sono preziosi fertilizzanti organici per l’agricoltura (inclusa quella biologica) e possono essere utilizzati per produrre energia rinnovabile (biogas). Questo quindi contrasta le affermazioni sull’inquinamento idrico e il consumo eccessivo di acqua.
Deforestazione: pur riconoscendo il legame tra mangimi (soia) e deforestazione, il settore indica gli sforzi per garantire un approvvigionamento sostenibile e la trasparenza nelle catene di approvvigionamento globali come una sfida. Sottolinea inoltre che l’intensificazione intelligente ha liberato terreni marginali per la rinaturalizzazione, con le aree forestali in Italia raddoppiate dal dopoguerra, mentre la produzione zootecnica è rimasta costante.
Densità e rifiuti: l’argomento che “troppi animali” portino a rifiuti ingestibili è contrastato dall’attenzione del settore alla gestione efficiente dei rifiuti e ai benefici dell’intensificazione nel ridurre l’impatto ambientale complessivo per unità di prodotto.
I critici spesso presentano gli impatti ambientali dell’allevamento intensivo come intrinsecamente negativi. Tuttavia, le contro-argomentazioni del settore rigettano questa narrazione, enfatizzando invece l’efficienza (minore impronta carbonica per kg di carne, riduzione delle emissioni tramite intensificazione) e la circolarità (letame come fertilizzante, biogas). Ciò implica uno sforzo strategico per spostare la narrazione da un “problema” percepito a una “soluzione” all’interno di un sistema alimentare sostenibile, evidenziando i contributi positivi dell’allevamento a un’economia circolare e all’uso del suolo.
Anche qui è tuttavia necessario che i buoni propositi del comparto siano affidati a figure che rappresentino una mediazione culturale capaci di tradurre i linguaggi tecnici in spiegazioni accoglibili da un pubblico per nulla preparato a rapportarsi con temi complessi se questi vengono semplificati da addetti non adeguatamente formati ad una narrazione semplice, chiara, credibile. L’autore di questo report sta infatti da tempo sottoponendo al comparto questa figura di “mediatore culturale” già in parte rappresentata dal lavoro svolto da www.moreaboutchicken.com e www.nutriamocidibuonsenso.it
5.4. Sicurezza alimentare e scandali
Casi molto noti di scandali che hanno colpito il settore includono:
Scandalo Uova al Fipronil (2017): questo incidente ha riguardato il rilevamento di fipronil nelle uova (un insetticida illegale per animali destinati alla produzione alimentare), portando a ritiri in 15 Paesi europei e significative interruzioni economiche per gli allevamenti colpiti. L’incidente ha evidenziato carenze normative e la necessità di sistemi di allerta rapida.
Caso Fileni (2024): Fileni è stata multata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust) per messaggi commerciali “ingannevoli e decettivi” sull’origine delle materie prime e dei mangimi biologici, configurando un caso definito di “greenwashing”. Sono state inoltre avviate indagini su violazioni ambientali (emissioni odorigene, scarichi di rifiuti) e accuse di gestione di un allevamento di grandi dimensioni senza le dovute autorizzazioni.
Questi incidenti, pur danneggiando la reputazione e avendo potenziali impatti economici, innescano un maggiore controllo normativo e spingono il settore a rafforzare controlli e trasparenza. Il caso Fipronil, nonostante la sua portata, è stato mitigato dal basso rischio per i consumatori e dai sistemi di allerta rapida. Il caso Fileni sottolinea l’importanza di una comunicazione onesta e del rispetto delle normative ambientali.
Gli scandali come quelli di Fileni e Fipronil illustrano tuttavia la fragilità della reputazione nel settore agroalimentare.
Anche incidenti isolati o casi di “greenwashing” possono avere significative ripercussioni sia economiche che sulla fiducia del pubblico. Ciò implica che le strategie anti-fake news efficaci non devono solo contrastare la disinformazione esterna, ma anche garantire una conformità interna incondizionata e una comunicazione etica prestabilita, condivisa e comunque orientata alla chiarezza. La supervisione normativa (ad esempio: Antitrust, servizi veterinari, …) diventa un “partner cruciale”, seppur a volte critico, nel mantenimento della credibilità del settore.
5.5. Alternative alimentari
L’emergere di “fake meat” o “carne coltivata” (come Beyond Meat, Impossible Burger) rappresenta una tendenza crescente, percepita da alcuni come un’alternativa più sostenibile o etica alla carne tradizionale. Tuttavia, anche questo ambito è soggetto a processi di disinformazione, con alcuni contenuti visivi che appaiono come “opere d’arte” piuttosto che prodotti reali.
La posizione del settore agroalimentare italiano, incluso quello avicolo, mostra una forte resistenza a queste alternative. Un rapporto Censis indica che l’85% degli italiani dice “no” alla carne sintetica e il 79,9% ritiene che i prodotti a base vegetale non possano essere considerati “carne”.
Vi è una forte domanda di chiarezza in etichetta per distinguere i prodotti tradizionali da quelli sintetici. L’emergere della “fake meat” presenta un nuovo fronte per il settore avicolo tradizionale. La risposta dell’industria, come dimostrato dai sondaggi sui consumatori, è quella di enfatizzare l’autenticità e la natura tradizionale dei suoi prodotti, allineandosi con una forte preferenza italiana per il “cibo vero”.
Ciò suggerisce che combattere la disinformazione in quest’area implica non solo smentire le false affermazioni sulla carne tradizionale, ma anche plasmare proattivamente la narrazione attorno al valore aggiunto dei prodotti avicoli italiani convenzionali e di alta qualità rispetto alle nuove alternative.
Di seguito, alcune delle critiche più comuni sul settore avicolo e le argomentazioni utilizzate (in sintesi) per smentirle:
Critica: le carni bianche sono cariche di ormoni
Argomentazione per smentita: gli ormoni sono illegali e antieconomici; i controlli certificano l’assenza
Critica: le carni avicole sono ricche di residui di antibiotici
Argomentazione per smentita: uso solo terapeutico e non preventivo; drastica riduzione (93.5% pollo, 83% tacchino 2011-2021); periodi di sospensione garantiscono assenza
Critica: le galline in Italia sono tutte allevate in gabbia
Argomentazione per smentita: nella realtà (2024) 54% allevate a terra, 37% in gabbie arricchite (quindi a norma), 4% allevate all’aperto, 5% allevate con disciplinare biologico; quota allevamenti in gabbia in calo costante
Critica: i polli crescono in modo anomalo
Argomentazione per smentita: sono il risultato di selezione genetica; gli animali sono più forti e sani
Critica: gli allevamenti intensivi sono una minaccia/più inquinanti
Argomentazione per smentita: “Se fatto bene” è modello virtuoso; adozione di “intelligent intensification” (vedi nota *) riduce impronta carbonio/azoto; liberato aree marginali
Critica: Gli allevamenti sono i principali responsabili delle PM2.5
Argomentazione per smentita: Contributo 2.5% vs 64% da riscaldamento domestico
Critica: La carne di pollo causa il cancro
Argomentazione per smentita: Studi richiedono approfondimenti; carne pollo ad alto valore biologico e basso grasso
Critica: gli allevamenti sono collegati a pandemie (es. Coronavirus)
Argomentazione per smentita: nessun collegamento; settore controllato e auto-sufficiente; piani di prevenzione
Critica: la carne coltivata è “carne”
Argomentazione per smentita: 85% italiani dice “no” a carne sintetica; 79.9% non la considera carne; richiesta trasparenza in etichetta
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*Nota: L’Intelligent Intensification in avicoltura, o “Intensificazione Intelligente”, è un approccio moderno all’allevamento che combina le pratiche di allevamento intensivo con l’integrazione di tecnologie avanzate, in particolare l’Intelligenza Artificiale (IA), l’Internet of Things (IoT), la robotica e i sistemi di allevamento di precisione (Precision Livestock Farming – PLF). L’obiettivo principale non è semplicemente aumentare la densità degli animali, ma ottimizzare ogni aspetto della produzione per migliorare l’efficienza, la sostenibilità, il benessere animale e la sicurezza alimentare.
Componenti e caratteristiche dell’intensificazione intelligente: in cosa consiste e quali sono i suoi benefici chiave
Monitoraggio di Precisione (PLF)
Sensori avanzati: utilizzo di una vasta gamma di sensori (visivi, termici, sonori, di movimento, ambientali come temperatura, umidità, CO2, ammoniaca) per raccogliere dati in tempo reale sull’ambiente del capannone e sul comportamento e la salute degli animali.
Analisi dati: i dati raccolti vengono analizzati da algoritmi di IA e machine learning per identificare modelli, anomalie e prevedere problemi (ad esempio, segni precoci di malattia o stress, cambiamenti nel comportamento alimentare o di riposo).
Rilevamento precoce: permette di rilevare problemi di salute o benessere molto prima che siano visibili all’occhio umano, consentendo interventi tempestivi. Ad esempio, l’analisi del suono può prevedere il peso dei polli o diagnosticare malattie.
Automazione e controllo ambientale
Sistemi automatizzati: controllo automatico di fattori ambientali come illuminazione, ventilazione, temperatura e umidità, adattandoli in tempo reale alle esigenze degli animali per creare condizioni di vita ottimali.
Alimentazione e acqua di precisione: sistemi che erogano mangime e acqua con precisione, riducendo gli sprechi e garantendo una nutrizione ottimale per ogni fase di crescita degli animali.
Miglioramento del benessere animale
Monitoraggio comportamentale: l’IA può tracciare i comportamenti degli animali per valutare il loro stato di benessere, identificando stress o disagio.
Prevenzione delle malattie: il rilevamento precoce delle malattie e il controllo preciso dell’ambiente riducono la necessità di trattamenti antibiotici e prevengono la diffusione di agenti patogeni.
Riduzione dello stress: un ambiente ottimizzato e una gestione più attenta riducono lo stress sugli animali.
Efficienza e sostenibilità
Ottimizzazione delle risorse: riduzione del consumo di acqua, energia e mangime grazie a una gestione più precisa.
Minimizzazione degli sprechi: meno spreco di mangime e migliore conversione alimentare.
Riduzione dell’impronta ambientale: contribuisce a ridurre le emissioni (es. ammoniaca) e l’impronta carbonica per unità di prodotto, rendendo l’allevamento più sostenibile.
Aumento della produttività: migliori indici di conversione alimentare, crescita più omogenea e maggiore deposizione di uova.
Sicurezza alimentare e tracciabilità
Controllo costante: il monitoraggio continuo e la raccolta dati migliorano la sicurezza alimentare, permettendo di tracciare ogni fase della produzione.
Riduzione dei rischi: la prevenzione delle malattie e l’uso mirato degli antibiotici contribuiscono a prodotti più sicuri per il consumo umano.
In sintesi, l’Intensificazione Intelligente trasforma l’allevamento avicolo da “sistema basato su pratiche tradizionali” a “modello altamente tecnologico e data-driven”. L’obiettivo è ottenere il massimo rendimento in termini di produzione, migliorando al contempo il benessere degli animali e riducendo l’impatto ambientale, rispondendo così a molte delle critiche che il settore ha subito in passato.
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6. Strategie e strumenti adottati per contrastare la disinformazione
Il settore avicolo italiano adotta un approccio multifattoriale potenzialmente utile per contrastare la disinformazione, integrando rigore scientifico, conformità normativa e comunicazione proattiva.
Ne farò una descrizione in dettaglio, tuttavia si tratta di attività e informazioni che non sono conosciute dal pubblico e la loro fruizione è legata alla capacità del consumatore di “andarsele a cercare”.
Purtroppo infatti sono le fake a raggiungere più frequentemente e più efficacemente il consumatore che non riscontra facilmente (se non faticando nella ricerca autonoma) le risposte del comparto che, pur disponendo di strutture e contenuti adeguati a rispondere e a smontare le fake (come dirò di seguito), non appare adeguatamente preparato a tutelarsi efficacemente.
6.1. Investimenti in ricerca, innovazione e biosicurezza
Il settore investe significativamente in ricerca e sviluppo (7% del fatturato) per migliorare gli standard, sviluppare animali più sani e ottimizzare i processi produttivi. Misure di biosicurezza avanzate negli allevamenti sono cruciali per prevenire focolai di malattie (come l’influenza aviaria) e ridurre la necessità di ricorrere ad antibiotici.
6.2. Adesione a normative e controlli rigorosi (UE e Nazionali)
L’allevamento avicolo italiano opera secondo alcune delle normative europee più rigorose ed evolute in materia di sicurezza alimentare, benessere animale e impatto ambientale. I servizi veterinari conducono ispezioni continue lungo tutto il ciclo produttivo, dall’allevamento al macello, garantendo la conformità alle leggi sulla protezione degli animali, la qualità dei mangimi e l’uso dei farmaci. Il Piano Nazionale Residui, coordinato dal Ministero della Salute, effettua migliaia di controlli annuali per certificare l’assenza di sostanze illegali come ormoni e residui.
6.3. Promozione della tracciabilità e chiarezza in etichetta
L’industria enfatizza l’importanza della tracciabilità e di etichette chiare, consentendo ai consumatori di fare scelte informate, in particolare per quanto riguarda l’origine e le pratiche di trattamento degli animali. Sono comunque informazioni che, pur importanti, danno per scontato che il consumatore sappia e voglia approfondire il significato in dettaglio di quanto trova sulle etichette. Questo gap informativo è facilmente riscontrabile chiedendo direttamente ai consumatori cosa ritengono che vogliano dire diciture come “allevate a terra”, “senza antibiotici”, “biologiche”. Le risposte a queste domande sono le più fantasiose e descrivono purtroppo una diffusa ignoranza di fatto sul mondo avicolo e l’inefficacia delle attività poste in essere fino ad oggi dal settore per tutelare la propria reputazione.
6.4. Comunicazione proattiva basata su dati scientifici
Le associazioni di categoria come UNAITALIA e Carni Sostenibili pubblicano report, articoli e partecipano a progetti per diffondere informazioni accurate basate su evidenze scientifiche, nell’intento di smentire le fake. La creazione di “knowledge hub” (ad esempio, The Broiler Knowledge Hub) mira a rendere le migliori pratiche e le scoperte scientifiche accessibili a un pubblico più ampio. Anche in questo caso tuttavia l’efficacia di questi punti informativi è mortificata dall’assenza di campagne informative che ne annuncino diffusamente l’esistenza in modo efficace.
6.5. Collaborazione tra scienza, industria e istituzioni
Progetti come Broilernet sono un esempio di collaborazione internazionale e nazionale tra associazioni di settore, centri di ricerca e istituzioni per trovare soluzioni innovative e condividere le migliori pratiche. Il coinvolgimento di organismi come l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale e il Ministero della Salute nel monitoraggio e nella definizione delle linee guida rafforza potenzialmente il supporto scientifico e istituzionale alle affermazioni del settore ed evidenzia un modello di collaborazione che intende cercare di andare oltre la semplice autopromozione.
Coinvolgendo istituzioni scientifiche (IZS), organismi di regolamentazione (Ministero della Salute) e partner internazionali (Broilernet), il settore avicolo italiano sta cercando di costruire una credibilità esterna.
Ciò tuttavia implica che il modo più efficace per combattere la disinformazione complessa non è solo affermare i fatti, ma dimostrare che tali fatti sono validati da stakeholder indipendenti, autorevoli e diversi, rafforzando così la fiducia. Un lavoro in corso, oggettivamente tardivo e che richiederà la costruzione di “regole d’ingaggio” ben definite e applicabili.
7. Impatto della disinformazione sulla fiducia dei consumatori e prospettive
7.1. Analisi delle tendenze nella percezione dei consumatori italiani
Mentre la fiducia generale dei consumatori in Italia fluttua, persistono preoccupazioni specifiche riguardo al settore avicolo. Una significativa maggioranza di consumatori italiani è preoccupata per aspetti del benessere animale come la crescita rapida (85%), la mancanza di luce naturale/spazio (92%) e ritiene che i polli siano esseri senzienti (71%) e provino dolore (84%).
Nonostante queste preoccupazioni, il 96,5% degli italiani considera ancora la carne una parte essenziale della propria dieta, e una larga maggioranza (64,9%) non appare influenzata da informazioni negative o fake news sull’argomento, in particolare le fasce demografiche più giovani e istruite. È evidente anche un forte rifiuto della carne sintetica (85%) e degli insetti (83,9%), insieme a una richiesta di etichette chiare.
Vi è tuttavia una distinzione tra la fiducia generale e le preoccupazioni specifiche. Sebbene una grande maggioranza di italiani si fidi generalmente della carne e sia resistente a disinformazioni ampie, esistono preoccupazioni specifiche e profonde sul benessere animale e sulle pratiche di produzione all’interno del settore avicolo.
Ciò suggerisce che la fiducia generale non è una garanzia contro la disinformazione mirata. L’implicazione è un’opportunità per l’industria di differenziare i propri prodotti in base a standard di benessere più elevati, trasparenza e origine, rivolgendosi al segmento di consumatori disposti a pagare un premio e rafforzando così la fiducia complessiva e la resilienza del mercato contro attacchi generalizzati.
Resta tuttavia come dato incontrovertibile che il settore può registrare con precisione “il venduto”, ma (complice un costante ricambio di chi esce e chi entra nella “sezione consumatori di carne di pollo”) non è in grado di calcolare quanti siano i potenziali consumatori che non diventano tali o che si allontanano:
https://nutriamocidibuonsenso.it/quante-persone-evitano-i-prodotti-avicoli-a-causa-delle-fake/
https://moreaboutchicken.com/how-many-people-avoid-poultry-products-because-of-fakes/
7.2. Il ruolo della trasparenza nel rafforzare la fiducia
L’impegno verso la trasparenza, attraverso relazioni annuali dettagliate, una comunicazione chiara sui metodi di produzione e l’adesione a regolamentazioni rigorose, è cruciale per costruire e mantenere la fiducia dei consumatori. La capacità di certificare l’origine e fornire informazioni sul trattamento degli animali è altamente apprezzata dai consumatori (94,1%). Tuttavia sono ancora in molti ad avere dubbi sulla veridicità di quanto il comparto dichiara e questo avviene proprio a causa della “competizione sull’informazione più efficace” che avviene costantemente fra chi produce fake e chi dovrebbe contrastarle.
8. Conclusioni e raccomandazioni per il futuro
8.1. Sintesi dell’approccio multi-livello al fact-checking nel settore
Il settore avicolo italiano impiega una propria strategia a più livelli potenzialmente utile a combattere la disinformazione. Questa include l’utilizzo di siti di fact-checking generici per smentite più ampie, ma si basa in modo più significativo su associazioni di settore specializzate (UNAITALIA, Carni Sostenibili, Assoavi) che affrontano proattivamente le fake specifiche sul settore con dati scientifici, conformità normativa e comunicazione trasparente. Questo approccio è rafforzato da collaborazioni con organismi scientifici e istituzionali e da una difesa collettiva del sistema agroalimentare “Made in Italy”. Resta però la frammentazione dell’informazione che, quando avviene, tende a perdere di efficacia per via del fatto che è un’autodifesa di risposta e non invece appartenente, come dovrebbe, ad un piano preordinato, coordinato e residente in un unico luogo non brandizzato e pensato come riferimento per il pubblico che vuole sapere.
Su questo tema è interessante una proposta pubblicata dall’autore di questo report:
https://nutriamocidibuonsenso.it/il-codice-mac/
https://moreaboutchicken.com/the-mac-code/
8.2. Suggerimenti per rafforzare ulteriormente la resilienza alla disinformazione
Per rafforzare la resilienza del settore avicolo italiano alla disinformazione, sarebbero opportune (tra le altre) le seguenti azioni:
Continua Ricerca e Sviluppo e Innovazione: è vitale un investimento importante nella ricerca e nell’innovazione tecnologica per migliorare continuamente le pratiche produttive, il benessere animale e la sostenibilità ambientale. Questo fornirà nuovi fatti verificabili per contrastare le critiche emergenti.
Trasparenza e comunicazione proattiva: rafforzare gli sforzi nella comunicazione trasparente, fornendo informazioni facilmente accessibili e comprensibili su tutti gli aspetti della filiera, dalla fattoria alla tavola. Una narrazione proattiva sulle pratiche positive può prevenire narrazioni negative.
Educazione del consumatore: sviluppare campagne educative mirate per informare i consumatori sulle realtà dell’allevamento avicolo moderno, la scienza alla base della crescita animale, l’uso responsabile dei farmaci veterinari e i contributi ambientali del settore. Affrontare il “paradosso benessere-costo” comunicando chiaramente le implicazioni dei diversi standard di produzione.
Collaborazione rafforzata: promuovere una collaborazione più profonda con le istituzioni scientifiche, gli organismi di regolamentazione e con i media più affidabili per garantire che le informazioni accurate raggiungano un pubblico più ampio e siano percepite come credibili.
Monitoraggio continuo della percezione: monitorare regolarmente il sentimento dei consumatori e il panorama della disinformazione per identificare le tendenze emergenti e adattare rapidamente le opportune scelte di comunicazione nella logica del fact-checking.
Offerte di prodotti differenziate: esplorare e promuovere prodotti con certificazioni di benessere più elevate e soprattutto chiare o con specifiche dichiarazioni di sostenibilità, sempre chiare, per soddisfare le richieste dei consumatori disposti a pagare “un premio”, rafforzando così i segmenti di mercato e la reputazione complessiva del settore.
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Il presente report si è alimentato attraverso la ricerca di contenuti rilevati e rilevabili nei siti web via via indentificati e come coerenti allo scopo il cui elenco con i relativi link lo potete trovare a questo link SK-REPORT-FACT CHECKING
Ho provveduto anche a creare un’infografica raggiungibile con il link qui sotto, che riassume
NB: RESTIAMO A DISPOSIZIONE PER INTERVENIRE CON MAGGIORE PRECISIONE LADDOVE LE AZIENDE E GLI ENTI CITATI RITENGANO DI FARCI PERVENIRE PRECISAZIONI CHE LI RIGUARDANO.