Uova, polli e galline: domande e risposte

Quando acquistiamo delle uova, l’etichetta ci fornisce una serie di informazioni fondamentali sui metodi di allevamento delle galline. Comprendere queste indicazioni è il primo passo per fare una scelta consapevole, al di là dei luoghi comuni.

Ecco quindi un approfondimento sul settore dedicato anche a chi ne sa poco e se tutto quello sa è ciò che legge sulle etichette dei prodotti che acquista al supermercato. L’obiettivo è quello di rendere chiare al consumatore le diciture sulle uova con un linguaggio divulgativo, ma preciso, includendo i dettagli e le eccezioni.

Questo breve e didascalico elenco di descrizioni (che potete integrare e approfondire consultando gli altri capitoli di questo sito) speriamo sia un utile supporto per raccontare come stanno le cose nel settore, affinché i consumatori capiscano correttamente in cosa consistono certe comuni diciture e a che cosa si riferiscono:

  1. in cosa consiste materialmente l’indicazione “allevate a terra”, inclusi dettagli ed eccezioni;
  2. in cosa consiste materialmente l’indicazione “allevate all’aperto”, inclusi dettagli ed eccezioni; 
  3. in cosa consiste materialmente l’indicazione “allevamento biologico”, inclusi dettagli ed eccezioni; 
  4. in cosa consiste materialmente l’indicazione “allevate senza l’uso di antibiotici”, inclusi dettegli ed eccezioni.

 

ANALIZZIAMOLE:

1. “Allevate a terra”

In cosa consiste: questa dicitura significa che le galline vivono all’interno di un capannone, ma non sono rinchiuse in gabbie. Possono muoversi liberamente sul pavimento dell’edificio, che è ricoperto di lettiera (come paglia o trucioli). Hanno a disposizione posatoi, nidi per deporre e aree per razzolare e beccare.

Dettagli: la densità massima consentita per questo tipo di allevamento è di 9 galline per metro quadrato all’interno del capannone.

Eccezioni e sfumature: il termine “a terra” si riferisce solo all’ambiente interno. Non garantisce l’accesso a spazi esterni o alla luce naturale. Le galline rimangono sempre all’interno del capannone per l’intero ciclo di vita produttivo.

2. “Allevate all’aperto”

In cosa consiste: questo metodo di allevamento offre alle galline tutto ciò che è previsto per l’allevamento “a terra”, con un’importante aggiunta: l’accesso ad uno spazio esterno. Le galline possono entrare e uscire liberamente dal capannone durante il giorno.

Dettagli: oltre allo spazio interno, ogni gallina deve avere a disposizione almeno 4 metri quadrati di spazio esterno. L’area esterna deve essere prevalentemente ricoperta di vegetazione.

Eccezioni e sfumature: l’accesso al pascolo è garantito, ma non è detto che le galline lo utilizzino costantemente, poiché fattori come il clima, la presenza di predatori o la loro natura stessa possono influenzare il comportamento. Inoltre, la dicitura non specifica se il mangime sia biologico o meno.

3. “Allevamento biologico”

In cosa consiste: l’allevamento biologico è il sistema più rigoroso e regolamentato. Comprende non solo le condizioni di vita delle galline, ma anche la loro alimentazione e la gestione dell’intera filiera. Le galline vivono in spazi molto ampi, sia all’interno che all’esterno.

Dettagli: le densità sono le più basse: massimo 6 galline per metro quadrato all’interno del capannone. Il mangime deve essere al 95% di origine biologica, senza OGM o additivi sintetici. L’accesso a un’area esterna è obbligatorio e garantito.

Eccezioni e sfumature: l’allevamento biologico è una certificazione che include i principi degli allevamenti “a terra” e “all’aperto”, ma con regole ancora più severe su ogni aspetto, dalla salute degli animali all’impatto ambientale.

4. “Allevate senza l’uso di antibiotici”

In cosa consiste: questa dicitura indica che gli animali non hanno ricevuto alcun trattamento antibiotico durante il loro intero ciclo di vita. Non è un metodo di allevamento, ma una garanzia sulla gestione della salute degli animali. Si basa sulla prevenzione, attraverso misure di biosicurezza rigorose, una dieta bilanciata e un’igiene eccellente.

Dettagli: la garanzia è totale. Dall’inizio alla fine del loro ciclo di vita, gli animali non vengono trattati con farmaci antibiotici.

Eccezioni e sfumature: se un pollo in un allevamento “senza antibiotici” si ammala e ha bisogno di cure, l’allevatore è obbligato a somministrare l’antibiotico per curare l’animale. Tuttavia, quell’animale non potrà più essere venduto con la dicitura “senza antibiotici”. Questo non significa che l’animale venga abbandonato o che soffra, ma che il suo prodotto verrà immesso sul mercato con una dicitura differente.

 

SPESSO, OLTRE ALLE DICITURE SULLE ETICHETTE, I CONSUMATORI HANNO DOMANDE E DUBBI CHE RIGUARDANO LA NATURA STESSA DEL PRODOTTO O LE PRATICHE DI ALLEVAMENTO IN GENERALE, ALIMENTATI A VOLTE DA MITI O INFORMAZIONI IMPRECISE.

Ecco quindi alcune delle domande più comuni, con le relative risposte, che speriamo risultino chiare:

“È vero che ai polli vengono dati ormoni per farli crescere più in fretta?”

Risposta: questa è una delle convinzioni più diffuse, ma è completamente falsa. In Italia e in tutta l’Unione Europea, l’uso di ormoni per la crescita negli allevamenti di pollame è vietato per legge dal 1961. La crescita rapida dei polli da carne moderni è il risultato di decenni di rigorosa selezione genetica (come abbiamo visto con Aviagen, Cobb, ecc.) e di una nutrizione altamente specializzata, che fornisce tutti i nutrienti necessari per uno sviluppo ottimale.

“Se il tuorlo è più scuro, l’uovo è più sano?”

Risposta: non è scientificamente corretto. Il colore del tuorlo dipende direttamente dalla dieta della gallina, in particolare dai pigmenti naturali, chiamati carotenoidi. Se una gallina mangia mais, erba o mangimi arricchiti con carote o altri vegetali, il tuorlo tenderà a essere più arancione. Se mangia principalmente grano, sarà più chiaro. Il colore del tuorlo è un indicatore dell’alimentazione, non della sua qualità nutrizionale o salubrità.

“C’è una differenza tra uova bianche e uova marroni?”

Risposta: non c’è alcuna differenza. Il colore del guscio dipende unicamente dalla razza della gallina. Ad esempio, le galline Livornesi producono uova bianche, mentre le galline Marans producono uova marroni. Il colore non ha alcuna influenza sul sapore, sul valore nutrizionale o sulla consistenza dell’uovo.

“Le galline sono sempre tenute in gabbia?”

Risposta: l’allevamento in gabbia è una pratica in progressiva dismissione in molti Paesi europei e, in Italia, è quasi del tutto abbandonato per le galline ovaiole. La maggior parte delle uova oggi in commercio provengono da allevamenti a terra, all’aperto o biologici, come previsto dalla normativa vigente che promuove un maggiore benessere animale.

 

ALTRE RISPOSTE AD ALTRE DOMANDE COMUNI:

“Cosa significano i numeri e le sigle stampati sul guscio dell’uovo?”

Risposta: il codice stampato sulle uova è una vera e propria “carta d’identità” che garantisce la tracciabilità e la sicurezza del prodotto. Il primo numero indica il metodo di allevamento della gallina, ed è il dato più importante per il consumatore:

0: Allevamento biologico

1: Allevamento all’aperto

2: Allevamento a terra

3: Allevamento in gabbie

Dopo il numero, seguono due lettere che indicano il Paese di provenienza (es. IT per l’Italia) e una serie di cifre che identificano il codice ISTAT del Comune di allevamento, la sigla della provincia e il codice dell’allevamento specifico.

“Se un allevamento usa antibiotici, vuol dire che è poco attento alla salute degli animali?”

Risposta: l’uso di antibiotici è una pratica regolamentata, finalizzata a curare gli animali malati e a prevenire la diffusione di infezioni all’interno di un gruppo. In Italia e in Europa, gli antibiotici non possono essere usati per promuovere la crescita degli animali. La scelta di un allevamento di somministrare antibiotici, sotto supervisione veterinaria, è una pratica responsabile per garantire il benessere degli animali in caso di necessità e per evitare epidemie. La differenza tra gli allevamenti che usano e quelli che non usano antibiotici sta quindi nel modello di gestione della salute: uno si basa sulla cura, l’altro sulla prevenzione estrema.

“I polli da carne sono geneticamente modificati?”

Risposta: no. I polli da carne, così come le galline ovaiole, non sono organismi geneticamente modificati (OGM). La loro genetica è il risultato di decenni di selezione naturale e incroci tradizionali, mirati a potenziare tratti desiderabili come la velocità di crescita e la resa della carne. Nonostante questa selezione possa apparire “artificiale”, non implica alcuna manipolazione del DNA come si intende per OGM.

 

Ci sono poi altri dettagli meno evidenti che spesso passano inosservati, ma che sono al centro di molte domande dei consumatori.

Ecco quindi altre domande comuni, con le relative risposte:

Cosa succede ai pulcini maschi?

Domanda: le galline ovaiole producono solo uova. Ma cosa succede ai pulcini maschi che nascono negli allevamenti?

Risposta: questa è una domanda cruciale e delicata. I pulcini maschi delle galline ovaiole non depongono uova e non sono adatti alla produzione di carne, perché sono di una razza diversa rispetto ai polli da carne, e hanno una crescita lenta. Per questo motivo, una pratica diffusa nel settore è l’eutanasia dei pulcini maschi poco dopo la schiusa. È una questione che ha un forte impatto etico e il settore sta investendo in tecnologie per identificare il sesso dell’uovo prima della schiusa, evitando così la nascita di pulcini maschi.

L’alimentazione dei polli

Domanda: di cosa sono fatti i mangimi? È vero che vengono usati scarti di animali?

Risposta: l’alimentazione dei polli è il segreto della loro salute e della qualità dei prodotti. I mangimi sono composti principalmente da cereali (come mais, grano e orzo) e da farine proteiche vegetali (come la soia). Vengono aggiunti minerali e vitamine per una dieta completa. In Europa, l’uso di farine derivanti da scarti di altri animali (come i mammiferi) è severamente proibito da anni per prevenire il rischio di malattie.

Il dettaglio delle etichette

Domanda: cosa significa la dicitura “Alimentato con cereali da agricoltura biologica”? Non è la stessa cosa di “Biologico”?

Risposta: no, non è la stessa cosa. Questa dicitura, spesso usata nel marketing, si riferisce solo all’alimentazione dei polli da carne e non al loro metodo di allevamento. Un pollo etichettato così potrebbe vivere in un capannone (quindi allevato a terra), ma nutrirsi di mangimi biologici. Il termine “Biologico” è invece una certificazione completa e ufficiale che garantisce sia un’alimentazione biologica che un sistema di allevamento con accesso all’aperto e basse densità.

 

NB: se qualcuno del settore avicolo dovesse riscontrare qualche discrepanza nelle informazioni fornite può scriverci e sottoporre correzioni argomentate che provvederemo a inserire dopo un controllo incrociato.

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Autore: Staff