Fornire un numero esatto e costantemente aggiornato di persone impiegate nel settore avicolo a livello globale è estremamente difficile, per diversi motivi:
Mancanza di una banca dati unica – Non esiste un’unica organizzazione che raccolga e mantenga dati precisi e aggiornati sull’occupazione per ogni singolo paese.
Settore informale – Una parte significativa dell’occupazione, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, si trova nel settore informale (allevamenti familiari, piccoli produttori) ed è molto difficile da quantificare.
Inclusione di figure professionali diverse – Il settore non include solo gli allevatori, ma anche operai dei macelli, addetti alla lavorazione, tecnici, veterinari e specialisti della vendita, rendendo il calcolo ancora più complesso.
Detto questo, sulla base delle stime e dei dati disponibili da organizzazioni come la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), possiamo dare un quadro generale della situazione.
Il settore avicolo impiega decine di milioni di persone a livello globale, rendendolo uno dei principali datori di lavoro nel settore agricolo e alimentare.
Di seguito una stima approssimativa della distribuzione per continenti, basata sull’importanza del settore e sulle sue caratteristiche:
Asia
È il continente con il maggior numero di occupati. La produzione avicola è in forte crescita e un’ampia parte del lavoro è concentrata nelle aziende familiari e nei piccoli allevamenti rurali. Si stima che milioni di persone, in particolare in Paesi come Cina, India e Indonesia, dipendano economicamente da questo settore.
Africa
Il settore avicolo è un motore chiave per la generazione di reddito e la sicurezza alimentare, specialmente nelle aree rurali. Sebbene la produzione su larga scala stia crescendo, la maggior parte dell’occupazione si trova ancora nei piccoli allevamenti tradizionali.
America
Paesi come il Brasile e gli Stati Uniti sono leader mondiali nella produzione di pollame e carne. Il loro settore è altamente industrializzato e verticalmente integrato, con migliaia di dipendenti in grandi complessi di allevamento e impianti di lavorazione.
Europa
L’Europa ha un settore avicolo ben sviluppato e tecnologicamente avanzato, con un’elevata efficienza. L’occupazione è concentrata in aziende professionali e industrializzate, con un numero di addetti inferiore rispetto all’Asia o all’Africa, ma con un’alta specializzazione.
In sostanza, sebbene non sia possibile fornire un numero esatto, l’industria avicola è un pilastro economico globale e una fonte di sostentamento essenziale per milioni di persone, con una distribuzione del lavoro che riflette le diverse strutture agricole dei vari continenti e le abitudini alimentari che vi si riscontrano e che coinvolgono miliardi di persone che consumano in vari modi i prodotti avicoli che derivano da queste aziende.
È invece relativamente più semplice dare una stima del numero di impiegati diretti delle multinazionali del settore rispetto al conteggio totale del settore avicolo globale.
Ecco una stima approssimativa, basata sulle informazioni pubbliche delle aziende:
Aviagen – Impiega oltre 8.000 persone a livello globale che lavorano in vari settori, dalla ricerca e sviluppo alla genetica, dalla produzione dei riproduttori alle vendite e all’assistenza tecnica per i clienti in più di 100 Paesi.
Cobb-Vantress – Impiega circa 3.000 persone in tutto il mondo. L’azienda è specializzata anch’essa nella ricerca, produzione e distribuzione di polli da riproduzione per l’industria della carne.
È importante notare che questi numeri si riferiscono agli impiegati diretti delle aziende di selezione genetica. Le loro linee riproduttive danno poi lavoro a decine di migliaia di allevatori e operai in tutto il mondo che lavorano nei vari livelli della catena di produzione, come abbiamo visto nella piramide genetica qui:
https://nutriamocidibuonsenso.it/come-avviene-il-processo-di-selezione-genetica-in-avicoltura/
Anche per Hubbard e Hy-Line si possono fornire delle stime sul numero di impiegati diretti.
Hubbard – Impiega circa 600 persone in tutto il mondo. L’azienda fa parte del Groupe Grimaud, uno dei principali attori globali nel settore della genetica animale, ed è specializzata nella selezione di polli da carne.
Hy-Line International – Impiega circa 400 persone a livello globale. È leader mondiale nel settore della genetica per le galline ovaiole, fornendo i riproduttori che produrranno le uova consumate in oltre 120 Paesi.
Anche in questo caso, come per Aviagen e Cobb, è importante ricordare che questi numeri si riferiscono al personale direttamente impiegato nelle attività di ricerca, selezione e distribuzione. La loro attività a monte della catena avicola supporta un numero di posti di lavoro enormemente più grande a livello globale.
Ci sono poi aziende con un numero di impiegati molto più elevato, ma si trovano a un livello diverso della catena produttiva.
Le aziende di cui abbiamo parlato finora (Aviagen, Cobb, Hubbard, Hy-Line) sono infatti specializzate nella genetica e nella riproduzione, operando al vertice della piramide.
La stragrande maggioranza dei posti di lavoro nel settore avicolo si trova invece nelle grandi aziende verticalmente integrate che allevano, macellano e distribuiscono il prodotto finale (carne e uova).
Ecco alcuni esempi di aziende leader a livello globale in questo settore, con un numero di impiegati molto significativo:
Tyson Foods (Stati Uniti) – Uno dei maggiori processatori di carne al mondo, impiega circa 142.000 persone a livello globale.
JBS S.A. (Brasile) – Multinazionale brasiliana e uno dei più grandi produttori di carne al mondo. Impiega oltre 250.000 persone.
BRF S.A. (Brasile) – Altro gigante brasiliano del settore alimentare, impiega circa 90.000 persone.
Charoen Pokphand Foods (CPF – Thailandia) – È una delle più grandi aziende agro-industriali dell’Asia, con un numero di dipendenti che supera le 100.000 persone.
Perdue Farms (Stati Uniti) – Una delle aziende a conduzione familiare più grandi degli Stati Uniti nel settore avicolo, impiega circa 23.000 persone.
Queste aziende, a differenza di Aviagen o Cobb, gestiscono l’intera catena del valore, dall’allevamento all’elaborazione e alla distribuzione del prodotto finale, motivo per cui il loro numero di dipendenti è nettamente superiore.
L’assenza di aziende europee nella lista dei giganti globali riflette una diversa struttura del mercato avicolo in Europa.
A differenza del Nord e Sud America o dell’Asia, dove si trovano poche aziende enormi e verticalmente integrate che dominano il settore, il mercato europeo è molto più frammentato e basato su modelli diversi.
Ecco le ragioni principali di questa differenza:
Mercato nazionale e regionale – Le aziende europee tendono a essere leader a livello nazionale o regionale, ma non hanno la stessa scala e lo stesso raggio d’azione globale dei giganti come Tyson o JBS. La loro crescita si concentra principalmente all’interno dei confini europei.
Modelli cooperativi – In molti Paesi europei, in particolare in Francia, Paesi Bassi e Germania, il settore è dominato da cooperative di allevatori. Questi modelli riuniscono molti piccoli e medi produttori, che lavorano insieme per la macellazione e la distribuzione, senza essere di proprietà di una singola, enorme multinazionale.
Normative e standard – Le normative europee, spesso più stringenti su benessere animale, sicurezza alimentare e ambiente, hanno influenzato la struttura del settore, rendendo più difficile l’espansione e l’adozione di modelli di produzione su scala estrema.
Anche se non raggiungono le dimensioni dei colossi americani e brasiliani, l’Europa ha comunque alcuni attori molto importanti e specializzati. Tra i principali, si possono citare LDC (Francia), Plukon Food Group (Paesi Bassi/Germania) e Avara Foods (Regno Unito).
In Europa, in questo contesto, l’Italia si colloca con una posizione solida e distintiva, che rispecchia in parte la struttura del mercato europeo. L’Italia è infatti un importante produttore e consumatore nel settore avicolo, posizionandosi tra i principali Paesi dell’Unione Europea per la produzione di carne di pollo e tacchino.
Anche in Italia, come nel resto d’Europa, il settore non è dominato da singole multinazionali gigantesche come Tyson o JBS. È invece caratterizzato da un numero di aziende grandi e integrate a livello nazionale, che gestiscono l’intera filiera produttiva, ma senza raggiungere le dimensioni dei colossi globali.
I principali gruppi italiani in questo contesto includono nomi molto noti:
AIA (Gruppo Veronesi): uno dei leader indiscussi del mercato italiano, con un’integrazione che va dalla produzione dei mangimi fino alla distribuzione del prodotto finale.
Amadori: un altro gigante del settore, che ha costruito la sua reputazione sulla qualità e sulla gestione di una filiera integrata, nota per i suoi marchi di prodotto.
Fileni: specializzato principalmente in prodotti biologici e da allevamento all’aperto, si distingue per una forte enfasi sul benessere animale e sulla sostenibilità.
Queste aziende operano su larga scala e gestiscono in modo diretto o indiretto migliaia di allevamenti e dipendenti in Italia.
L’industria avicola italiana ha alcuni punti di forza specifici:
Alto consumo interno: l’Italia ha un elevato consumo pro capite di carne di pollo e tacchino, e gran parte della produzione nazionale è destinata al mercato interno.
Innovazione e qualità: c’è un’attenzione crescente verso la qualità, con una forte spinta verso la produzione di prodotti certificati, biologici, senza antibiotici e da allevamenti a filiera controllata.
L’Italia si colloca quindi nel contesto avicolo globale come un attore di primo piano a livello europeo, ma con un’industria organizzata in modo più frammentato rispetto a quella dei colossi mondiali, con un’attenzione particolare alla qualità e alla filiera nazionale.