In cosa consiste un allevamento avicolo biologico?

Un allevamento avicolo biologico è un sistema di allevamento che rispetta rigorosi standard definiti dalle normative europee ed extra-europee. L’obiettivo principale è garantire il benessere degli animali, rispettare i loro cicli naturali ed avere un impatto ridotto sull’ambiente.

I pilastri principali di un allevamento avicolo biologico sono:

Alimentazione

Gli animali devono essere alimentati con mangimi biologici, certificati e provenienti da agricoltura biologica. Sono assolutamente vietati organismi geneticamente modificati (OGM). L’alimentazione deve essere priva di additivi sintetici, coloranti artificiali o promotori della crescita.

Spazio e Benessere

Gli animali devono avere accesso a spazi aperti (pascoli). Le normative stabiliscono una superficie minima per animale sia all’interno che all’esterno dei capannoni. La densità all’interno dei capannoni è ridotta rispetto agli allevamenti convenzionali, per garantire più spazio per muoversi e razzolare. Vengono garantiti arricchimenti ambientali, come posatoi, aree per la lettiera e nidi, per consentire ai polli di esprimere i loro comportamenti naturali.

Cure e Farmaci

Viene data priorità alla prevenzione delle malattie (igiene, alimentazione sana, spazi adeguati) piuttosto che alla cura. L’uso di farmaci allopatici (come gli antibiotici) è strettamente limitato e ammesso solo se strettamente necessario, in caso di malattia, e sotto controllo veterinario. Sono vietati usi preventivi. Vengono preferiti i prodotti fitoterapici, omeopatici e la medicina alternativa.

Origine degli Animali

I pulcini utilizzati devono provenire da riproduttori biologici o, in mancanza di disponibilità, possono essere integrati da pulcini convenzionali di un giorno (ma solo entro certi limiti). Vengono spesso preferite razze rustiche, adatte a vivere all’aperto.

Fraintendimenti comuni sull’allevamento biologico

Esistono diversi malintesi che spesso portano a una percezione errata di questo tipo di allevamento. Eccone alcuni:

“Bio significa che non usano antibiotici?”

Falso.

L’uso di antibiotici è ammesso in caso di malattia, ma solo se strettamente necessario per la salute dell’animale, in modo molto più restrittivo e con tempi di sospensione prolungati rispetto al convenzionale. L’uso preventivo è sempre vietato.

“Le galline sono sempre all’aperto?”

Non sempre.

Le normative garantiscono l’accesso a spazi esterni, ma la permanenza all’aperto può essere influenzata da fattori come il clima, la stagione, o la necessità di protezione da predatori e virus (es. influenza aviaria), che a volte richiede di confinare gli animali.

“Ogni allevamento biologico è un piccolo allevamento a gestione familiare?”

Non necessariamente.

Esistono anche allevamenti biologici di grandi dimensioni, gestiti da aziende agricole strutturate. La dimensione non è un criterio di certificazione, ma lo sono le regole di gestione.

“Il benessere animale è garantito solo dal marchio biologico?”

Non è l’unico.

Il marchio biologico offre indubbiamente un alto standard di benessere, ma non è l’unico. Un allevatore non biologico può comunque gestire il proprio allevamento con un grande focus sul benessere, ad esempio scegliendo razze più rustiche (come le Dual Purpose), concedendo spazi ampi e curando la gestione, anche se non utilizza mangimi biologici. Il fattore umano e la gestione sono elementi fondamentali in ogni tipo di allevamento.

 

Cosa succede se in un allevamento avicolo biologico si dovesse ricorrere all’uso di antibiotici?

Il regolamento biologico è stato pensato per tutelare il benessere animale, il che include la possibilità di curare un animale malato. Le regole prevedono però delle conseguenze severe per mantenere l’integrità del sistema. Ecco cosa succede nel dettaglio:

L’uso è strettamente limitato.

Si può ricorrere agli antibiotici solo se un veterinario certifica che sono l’unico trattamento efficace per curare l’animale e che non esistono alternative omeopatiche o fitoterapiche.

L’animale perde lo status biologico.

Il singolo pollo o l’intero lotto di polli che ha ricevuto il trattamento non può più essere venduto come prodotto biologico. Deve essere ritirato dal ciclo di produzione biologica e venduto come prodotto convenzionale. Questo è un deterrente economico molto forte per l’allevatore.

Il resto dell’allevamento mantiene lo status.

Se il trattamento riguarda solo una parte degli animali, la restante parte dell’allevamento che non ha ricevuto farmaci mantiene il suo status biologico, a patto che siano rispettate tutte le altre normative.

In sintesi, il sistema biologico non vieta la cura, ma la “punisce” con la perdita della certificazione per gli animali trattati. Questo garantisce che l’uso degli antibiotici avvenga solo per necessità e non per routine o prevenzione.

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Autore: Staff