Differenze di peso e di sesso fra polli

Fra le molte domande che ci arrivano via mail al nostro sito, ne abbiamo selezionate alcune:

  • Come mai i polli arrosto o da arrostire pesano circa 1, 5 kg mentre si sente parlare di polli che arrivano a pesare più di 4 kg?
  • I polli che mangiamo sono maschi o femmine?
  • Le uova fecondate in che percentuale producono maschi e femmine?
  • Ci sono allevamenti irregolari che non rispettano il benessere animale? 

Rispondiamo con ordine:

 

Partiamo dalla domanda sul peso

La differenza che si riscontra è dovuta principalmente alla selezione genetica e all’età di macellazione.

Selezione genetica (Polli Broiler) – I “broiler” sono polli specificamente selezionati e allevati per la produzione di carne. Sono il risultato di decenni di selezione genetica, mirata a ottenere animali con una crescita rapida e una notevole massa muscolare, in particolare nel petto e nelle cosce.

Queste razze ibride hanno la capacità di convertire il mangime in carne in modo molto efficiente e di raggiungere pesi elevati in tempi brevissimi. Queste qualità, come già detto, derivano dalla selezione genetica.

Età di macellazione:

  • I polli broiler da allevamento (quelli che possono superare i 4 kg vengono tenuti in allevamento per un periodo più lungo, spesso oltre i 55-60 giorni, e in alcuni casi fino a 120 giorni per le razze “superpesanti”. Durante questo periodo, grazie alla loro genetica e a mangimi specifici, continuano a crescere e ad accumulare massa, raggiungendo e superando i 3,5-4 kg di peso vivo. Questi polli sono spesso destinati alla produzione di tagli specifici (petto, cosce) o a preparazioni industriali.
  • I polli da arrosto del supermercato (1-1,5 kg) sono quelli che troviamo interi al supermercato, spesso etichettati come “polli da arrosto” o “galletti”. Sono in realtà anch’essi broiler però macellati più giovani dei precedenti. In Italia, i “polli leggeri” destinati prevalentemente alle rosticcerie vengono macellati a un’età di circa 30-37 giorni, con un peso che varia tra 1,5 e 1,7 kg. A questa età, sono considerati “pulcinotti” dal punto di vista dell’accrescimento, ma hanno già sviluppato abbastanza carne per essere commercializzati interi e adatti alla cottura intera, come l’arrosto o lo spiedo.

In altre parole, il pollo “broiler” è la tipologia di pollo destinata alla carne in generale. La differenza di peso che si nota è data dal fatto che, all’interno della stessa tipologia di broiler, si scelgono età di macellazione diverse in base alla destinazione finale del prodotto:

  • Polli più giovani e leggeri per il consumo intero (come i polli da arrosto del supermercato).
  • Polli più adulti e pesanti per la produzione di tagli specifici o per mercati che richiedono animali di dimensioni maggiori.

 

Rispondiamo ora alla domanda sul sesso dei polli

I polli che mangiamo, sia quelli che arrivano a pesare 4 kg che quelli più piccoli da 1-1,5 kg, possono essere sia maschi che femmine.

Polli broiler – I “broiler” (polli da carne) sono geneticamente selezionati per crescere rapidamente e sviluppare massa muscolare, indipendentemente dal sesso. Negli allevamenti di broiler vengono utilizzati sia maschi che femmine.

Differenze di crescita – I maschi tendono a crescere più velocemente e a raggiungere pesi maggiori rispetto alle femmine, a parità di età e condizioni di allevamento. Tuttavia, le femmine sono comunque allevate per la carne e macellate a pesi inferiori, come i polli da arrosto che trovi al supermercato.

Filiere separate – È importante distinguere i polli da carne (broiler) dalle galline ovaiole. I pulcini maschi delle galline ovaiole, non essendo utili per la produzione di uova e non essendo selezionati per la carne (crescono meno e con rese inferiori rispetto ai broiler), fino a qualche anno fa venivano eliminati. Tuttavia, l’Italia, insieme ad altri paesi europei, ha introdotto leggi per vietare questa pratica, spingendo verso soluzioni alternative come il sessaggio in-ovo con diverse tecniche più o meno efficienti o con l’allevamento di questi maschi per carne (anche se con rese minori).

Quindi, quando si acquista un pollo, che sia intero o in tagli, è probabile che si tratti di carne sia di maschi che di femmine, a seconda della filiera di produzione e del peso finale desiderato.

 

Rispondiamo ora alla domanda sulle uova fecondate

Per quanto riguarda la nascita dei pulcini, le uova fecondate di galline ovaiole producono in media un rapporto di sessi che è quasi del 50% maschi e 50% femmine.

In altre parole, la natura tende a produrre un numero approssimativamente uguale di maschi e femmine da una covata di uova.

Tuttavia, è importante notare che:

Fattori ambientali o genetici possono causare leggere variazioni, ma la proporzione si avvicina sempre al 50/50.

Nelle filiere commerciali di galline ovaiole, come accennato in precedenza, solo le femmine sono allevate per la produzione di uova. I pulcini maschi delle razze ovaiole non sono geneticamente adatti per la produzione di carne con la stessa efficienza dei broiler e, storicamente, venivano abbattuti poco dopo la schiusa. Questa pratica è ora oggetto di divieti da cui sono scaturite numerose soluzioni alternative.

 

Vediamo ora la questione degli allevamenti che non rispettano le normative sul benessere animale

Di tratta di un punto cruciale e complesso, dato che i dati sugli allevamenti e sul rispetto delle normative sul benessere animale possono variare e sono soggetti a interpretazioni diverse a seconda della fonte (istituzioni, associazioni di categoria, organizzazioni per i diritti degli animali).

Cerchiamo però di fare il punto con le informazioni disponibili pubblicamente, tenendo presente che i dati più recenti non sono sempre aggiornatissimi, ma le tendenze di fondo rimangono valide.

 

Allevamenti Avicoli in Italia

Numero totale: secondo dati ISMEA, in Italia ci sono oltre 6.800 allevamenti professionali di avicoli. Di questi, circa 2.500-2.600 sono allevamenti specifici per polli da carne e circa 1.700 per galline ovaiole. https://www.ismeamercati.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4355

Distribuzione: il settore avicolo italiano è particolarmente concentrato al Nord, in particolare in Veneto per le galline ovaiole.

 

Allevamenti avicoli nel Mondo

Determinare un numero preciso di allevamenti avicoli a livello mondiale è estremamente difficile a causa della vastità e della diversità delle pratiche di allevamento (dai piccoli allevamenti familiari alle grandi industrie).

Quel che si sa è che la quantità di capi allevati è enorme: si stima che ci siano circa 12 miliardi di polli e galline nel mondo in un dato momento. Questa cifra da sola dà un’idea dell’enorme scala del settore avicolo globale.

Rispetto delle Regole sul Benessere Animale

Questo è il tema più delicato.

 

In Italia e nell’Unione Europea

Normative stringenti: l’Unione Europea ha alcune delle normative più avanzate al mondo in materia di benessere animale per gli allevamenti, compresi quelli avicoli. Ci sono direttive specifiche per i polli da carne e per le galline ovaiole (ad esempio, il divieto delle gabbie convenzionali per le ovaiole dal 2012).

Controlli: gli allevamenti professionali sono soggetti a controlli regolari da parte delle autorità veterinarie locali e nazionali (ASL, Ministero della Salute) per verificare il rispetto delle normative. 

Cosa significa “regolare”: essere “regolare” significa che l’allevamento rispetta i requisiti minimi di legge. Questo non significa necessariamente che le condizioni siano ottimali dal punto di vista etico per tutti, ma che sono conformi a quanto stabilito dalla legislazione.

Difficoltà nel quantificare: è molto difficile fornire una percentuale esatta di allevamenti “regolari” sul piano del benessere animale per i seguenti motivi:

Le ispezioni rilevano le non conformità. Non tutti gli allevamenti controllati in un dato anno mostrano irregolarità.

La definizione di “benessere animale” è complessa e può andare oltre i requisiti minimi di legge per alcune organizzazioni o consumatori (es. allevamenti all’aperto, biologici, senza mutilazioni). Le normative europee definiscono uno standard minimo, ma esistono certificazioni private o disciplinari volontari che impongono standard più elevati.

Le violazioni possono essere di diversa entità, da piccole non conformità facilmente correggibili a violazioni gravi che comportano sanzioni.

 

Nel Mondo

Enorme variabilità: a livello globale, le normative sul benessere animale sono estremamente eterogenee. Molti paesi non hanno leggi specifiche o hanno standard molto inferiori rispetto a quelli europei.

Mancanza di dati centralizzati: non esiste un ente globale che raccolga e monitori i dati sul rispetto delle norme di benessere animale in tutti i paesi. Le informazioni sono frammentate e spesso basate su indagini settoriali o rapporti di ONG.

Standard minimi vs. pratiche ideali: anche nei paesi con normative, spesso gli standard minimi consentono pratiche che molte organizzazioni per i diritti degli animali considerano inaccettabili (es. allevamenti intensivi, alta densità, mutilazioni senza anestesia).

 

In sintesi quindi possiamo dire che:

In Italia ci sono migliaia di allevamenti avicoli professionali. Tutti dovrebbero essere “regolari” rispetto alle normative UE sul benessere animale, che sono tra le più avanzate. Tuttavia, il concetto di “regolarità” si riferisce al rispetto dei requisiti minimi di legge, e non esclude critiche da parte di chi promuove standard più elevati. Le autorità effettuano controlli e sanzionano le non conformità.

Nel Mondo il numero di allevamenti è elevatissimo e con un’enorme varietà di standard di benessere animale che vanno da quasi inesistenti a molto sviluppati (come in UE) e questo rende difficile quantificare con una certa precisione regolari e non. Tuttavia la maggior parte degli animali allevati globalmente vive in condizioni definite intensive e con standard di benessere spesso considerati minimi o insufficienti da molte organizzazioni.

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Autore: Staff